Ventura Mario, «Sergio», da Giuseppe e Giulia Lipparini, nato il 20 aprile 1911 a Sasso Marconi (BO); residente a Bologna. 4a elementare. Imbianchino.
Schedato nel Casellario Politico Centrale come comunista, tra il 1939 e il 1940.
Il Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia riporta le seguenti note.
Il 26 giugno 1939 venne arrestato quale componente del gruppo che operava per la ricostituzione dell'organizzazione comunista bolognese dopo l'ondata di arresti del 1938. Il 25 ottobre 1939 fu deferito al Tribunale speciale che, con sentenza del 14 novembre 1939, lo condannò a 2 anni di carcere e a 1 anno di vigilanza speciale per associazione sovversiva e propaganda comunista. Scontò la pena nel carcere di Fossano (CN) e fu liberato il 6 marzo 1940. Chiamato alle armi, prestò servizio militare in fanteria a Forlì dal 1940 al 1941. Durante la lotta di liberazione militò nella 62a brigata Garibaldi «Camicie rosse», con funzione di commissario politico. Sceso a Bologna, partecipò alla battaglia di Porta Lame del 7 novembre 1944.
È catturato la mattina del 15 novembre 1944, quando esce dalla base di Piazza dell'Unità, dove in un appartamento un nucleo di gappisti si era provvisoriamente rifugiato dopo i combattimenti del 7 novembre, per rendersi conto della situazione che si stava creando con l'afflusso di ingenti forze nazifasciste nella piazza e nel quartiere.
Così ricorda «Italiano», Renato Romagnoli (*):
«Sergio (Mario Ventura), il più anziano, decise di uscire per vedere più da vicino cosa stava maturando. Non fece ritorno: lo catturarono subito e i gappisti lo videro condurre, con le mani alzate sotto la minaccia delle armi, all'interno dell'edificio divenuto sede campale del comando nazifascista».
Non risulta essere stato incarcerato a San Giovanni in Monte con il proprio nome. Con ogni probabilità fu registrato con matricola 12238 sotto la falsa identità di Ercole Magnani (**), che risulta nato il 12 marzo 1909 a Bologna, lì residente, arrestato in data 16 novembre 1944, per ordine e a disposizione del comando tedesco SS. Consegnato ad agenti SS il 18 novembre 1944, il Ventura/Magnani fu dunque trasferito al Poligono di tiro e fucilato insieme ad altri partigiani in quella data.
Poca o nessuna pubblicità sarà data, in questo caso, alla avvenuta esecuzione tramite comunicati del comando di polizia tedesco o sul "Resto del Carlino" (***). Le vittime saranno seppellite in modo anonimo in una fossa comune del cimitero della Certosa di Bologna, da dove furono esumate solo a guerra finita. L'entità precisa di questa esecuzione rimane a tutt'oggi incerta.
Riconosciuto partigiano con il grado di maggiore dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dal 15 settembre 1943 al 18 novembre 1944.
Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare alla memoria, con la seguente motivazione: «Superba figura di combattente, in una cruenta azione in cui tutto il reparto veniva sopraffatto da preponderanti forze nemiche, tentava una sortita per chiedere rinforzi. Catturato, veniva barbaramente torturato senza che si lasciasse sfuggire una qualsiasi rivelazione compromettente per la Resistenza. Condannato alla pena capitale affrontava la morte da forte». Bologna 18/11/1944.
NOTE:
(*) Renato Romagnoli, Gappista, dodici mesi nell Settima GAP "Gianni", Vangelista Editore, Milano 1974, p. 170
(**) In proposito rimandiamo a quanto è emerso dall'importante lavoro di ricerca storica svolto dagli studenti dell'istituto I.T.C.S. Rosa Luxemburg, di Bologna, consultabile nel sito "Staffette della Memoria" dell'istituto stesso al seguente indirizzo: http://www.luxemburg.bo.it/staffettememoria. Ringraziamo la prof.ssa Monica Bergamaschi per avercelo segnalato.
(***) Un manifesto con ventidue nominativi di partigiani fucilati sarebbe apparso sui muri della città, secondo quanto affermato sulle pubblicazioni clandestine "La Lotta" del gennaio 1945 e "Rivoluzione socialista" del 15 gennaio 1945, precedendone un'altro di ventiquattro nominativi apparso poco dopo la prima esecuzione sui colli di Sabbiuno di Paderno, avvenuta il 14 dicembre 1944. Nessuna copia o trascrizione tuttavia ci è rimasta. In proposito vedi: Luciano Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, Bologna, ISB 1980, vol. II, p. 576 e p. 900
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