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LAVORATORE COATTO

RIGHINI SISTO

Nato il 9 agosto 1916 a Firenzuola (FI)
Residente a Castel del Rio (BO)
Catturato il 31 maggio 1944 a Castel del Rio (BO)
Luoghi di detenzione: carcere di Prato, Fossoli, Verona, Berlino
Luoghi di lavoro nel Reich: Guben sull'Oder
È sopravvissuto
nessun numero assegnato

Righini Sisto, da Domenico e Enrica Galeotti, nato il 9 agosto 1916 a Firenzuola (FI); residente a Castel del Rio (BO). 1a elementare. Colono.

Militò in una delle formazioni partigiane che andranno a costituire la 36a brigata Garibaldi «Bianconcini».

È catturato, insieme ad alcune decine di giovani di Castel del Rio, nell'ambito di una operazione organizzata da tedeschi ed esponenti fascisti locali al fine di rastrellare gli uomini delle classi comprese tra il 1914 e il 1927. Un ordine del comando militare germanico datato 29 maggio 1944 a firma del podestà invitava a presentarsi il giorno 31 con i rispettivi documenti militari alla locale casa del fascio per chiarimenti, ma si trattava di un tranello. Una volta presentatisi gli uomini sono trattenuti con la forza nei locali, poi trasferiti al comando tedesco presso Palazzo Alidosi, da dove alle 4 del mattino dell'1 giugno in quarantasette sono inviati dentro quattro camion a Prato, per essere detenuti nel castello, dove già erano stati fatti affluire altri giovani catturati in operazioni analoghe avvenute quasi contemporaneamente in vari paesi dell'Appennino tosco-emiliano orientale. Dopo inutili interventi di famigliari e sacerdoti il 12 giugno sono trasferiti al campo di transito di Fossoli.

Racconterà Luigi Grandi (*), suo compaesano e compagno nell'arresto e invio in Germania:

"Ci portarono via da Fossoli verso la fine di luglio, dopo gli altri, perché mancavano automezzi e vagoni. Con me, di Castel del Rio, c'erano Sisto Righini ed Ettore Pirazzoli, chiamato Pirulì; poi due di Firenzuola, un certo Morini e Ruggero Rontini, ora di Valsalva. A Verona fummo caricati come merce su carri spogli - quelli da muli otto, uomini quaranta - e per due giorni viaggiammo senza sosta sulla linea Mestre-Tarvisio-Klagenfurt-Berlino.

Prima della frontiera, a un rallentamento del treno due italiani si buttarono giù in una scarpata; ma due polacchi - deportati come noi - incredibilmente diedero l'allarme e i due furono ripresi. Fame, sete, disagio e tanta tristezza furono i compagni inseparabili di quel lungo viaggio verso un futuro senza speranza. Ma cosa avevamo fatto di male?!.

Da Berlino fummo portati a Guben sull'Oder. Lavoravamo otto ore al giorno come operai generici a scavare e a coprire rifugi e a sgomberare macerie presso famiglie. Sveglia molto presto, mangiare poco e sempre patate, un gran freddo l'inverno. Avevo i vestiti estivi di casa con le scarpe rotte; mi diedero solo una tuta leggera e qualche indumento vecchio, i privati. La gente non aveva nessuna considerazione per noi. Il primo giorno di lavoro fui maltrattato dal sorvegliante borghese, perché non impugnavo bene il loro badile con traverso in cima al manica: mi prese per i capelli e per il naso e mi sbatacchiò come un pupazzo. Ai primi di gennaio ci fu un grosso bombardamento russo, poco prima che arrivasse il loro fronte; poi ci trasferirono ad ovest, di notte a piedi, e qualcuno si sbandò. Fummo liberati dagli americani alla fine di aprile in Turingia, fra Nordhausen ed Erfurt, e messi di nuovo in un campo. Italiani, russi, francesi, polacchi...: una gran confusione; ma si mangiava finalmente, anche se male".

Sisto Righini raggiungerà la propria famiglia il 15 settembre 1945.

È stato riconosciuto partigiano dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dall'1 aprile 1944 alla Liberazione.

NOTE:

(*) La testimonianza è tratta da: Lorenzo Raspanti, Castel del Rio 1944: storia di una deportazione in massa, in Pagine di vita e storia imolesi, Edizioni Cars, Imola 1990, pp. 206-213


FONTI A STAMPA E ARCHIVISTICHE:

– Orazi, La deportazione nel Terzo Reich dall'archivio dell'Aned imolese

– Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia

– Lorenzo Raspanti, Castel del Rio 1944: storia di una deportazione in massa, in Pagine di vita e storia imolesi, Edizioni Cars, Imola 1990

Rif: LAVORATORE COATTO-3162



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