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FUCILATO AL POLIGONO

MAZZA ROSSANO

Nato il 10 gennaio 1926 a Sasso Marconi (BO)
Residente a Bologna (BO)
Arrestato il 9 dicembre 1944 a Bologna (BO)
Luoghi di detenzione: caserma di Bologna
Fucilato il 13 dicembre 1944 al Poligono di tiro
nessun numero assegnato

Mazza Rossano, «Franco», da Angelo a Luisa Morotti, nato il 10 gennaio 1926 a Sasso Marconi (BO); residente a Bologna. Licenza di avviamento professionale. Operaio meccanico alla SABIEM.

Il Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia riporta le seguenti note.

Nell'inverno 1943-44 entrò a far parte del gruppo di giovani che aveva dato vita a una banda partigiana - dalla quale in aprile nascerà la 36a brigata Garibaldi Bianconcini - sull'Appennino tosco-emiliano a Cortecchio (Palazzuolo sul Senio - FI). Il 22 febbraio 1944, quando ingenti forze fasciste attaccarono la base partigiana, restò ferito e fu catturato con Germano Giovannini. Trasportati a Bologna, i due vennero detenuti nelle celle della caserma d'artiglieria di Porta S. Mamolo sino al 10 maggio 1944 quando furono trasferiti nel carcere di Castelfranco Emilia (MO). Il 17 settembre 1944, durante un bombardamento, riuscì a evadere e salì sull'Appennino bolognese per aggregarsi alla brigata Stella rossa Lupo. Rientrò a Bologna il 25 ottobre quando il CUMER ordinò il concentramento in città di numerosi contingenti di partigiani della montagna, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione popolare che avrebbe dovuto scattare in concomitanza con l'arrivo delle truppe alleate. Fu aggregato al distaccamento della 7a brigata Garibaldi GAP Gianni con funzione di commissario politico e acquartierato tra le rovine dell'ospedale Maggiore, in via Riva Reno, dove oggi sorge il palazzo dello Sport. Il 7 novembre 1944 prese parte alla battaglia di Porta Lame al termine della quale, con altri 18 partigiani, trovò rifugio in uno stabile sinistrato in piazza dell'Unità, angolo via Tibaldi. Il 15 novembre i nazifascisti circondarono lo stabile e nel corso di un violento scontro - noto come la battaglia della Bolognina - riportò una grave ferita al capo. Grazie alla generosità dei compagni, che non l'abbandonarono, riuscì a mettersi in salvo.

Si trovava ricoverato nella «infermeria partigiana» in via Andrea Costa 73/a (allora era via Duca d'Aosta 77), dove erano raccolti anche i partigiani feriti nelle battaglie di Porta Lame e della Bolognina, quando venne sorpreso il 9 dicembre 1944 assieme ad altri 14 compagni degenti e un ufficiale medico austriaco disertore, da militi fascisti avvertiti da una delatrice (una ex partigiana che vi era stata curata nell'estate). Solo la staffetta Ada Pasi e un partigiano milanese riuscirono a calarsi dal retro lungo un tubo di grondaia, mentre un'altra staffetta, Stella Tozzi, si trovava in quel momento all'esterno.

È detenuto nella caserma delle brigate nere in via Magarotti (oggi via dei Bersaglieri), dove è sottoposto a interrogatori e torture, poi trascinato al Poligono di tiro e fucilato il 13 dicembre 1944 insieme a Arrigo Brini, Giancarlo Canella, Franco Dal Rio, Ardilio Fiorini, Gian Luigi Lazzari, Lino Panzarini, Enrico Raimondi, Luciano Roversi, Riniero Turrini, Giorgio Zanichelli, un partigiano sovietico noto come Nicolai, un partigiano olandese, il medico austriaco.

Riconosciuto partigiano con il grado di tenente dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dal 25 ottobre al 13 dicembre 1944.


FONTI PRINCIPALI:

- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia

ALTRE FONTI:

­- Testimononianza di Stella Tozzi, in Luciano Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, Bologna, ISB 1980, vol. V, p. 961

- Luciano Bergonzini, La svastica a Bologna, Il Mulino, Bologna 1998, p.267

- Sito "I monumenti che parlano: la Resistenza a Saragozza"; scheda "Infermeria partigiana" (www.comune.bologna.it/saragozza-resistenza/infermeria.php)

Rif: FUCILATO AL POLIGONO-4326



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