MARABINI ROCCO
Marabini Rocco, da Giulio e Stella Zanelli, nato il 7 dicembre 1923 a Imola (BO); lì residente. Falegname alla ditta Castelli di Imola. Licenza elementare. Operaio macchinista.
Fu tra i primi ad aderire alla lotta partigiana, operando con le formazioni che andranno a costituire il battaglione «Città» della Brigata SAP «Santerno».
È arrestato dalle brigate nere la sera del 19 dicembre 1944 nella canonica della Chiesa dei Servi ad Imola, dove aveva trovato rifugio temporaneo, perché ritenuto complice di Celso Silimbani, nel cui giardino furono recuperate le armi appartenenti al movimento partigiano.
Detenuto nel carcere mandamentale della Rocca di Imola, successivamente è trasferito a Bologna, nella caserma Masini in via Borgolocchi, dove è sottoposto a pesanti torture.
Il 7 febbraio 1945 è incarcerato (con Antonino Silimbani, figlio di Celso) a San Giovanni in Monte, con la matricola 13179, per ordine dell’Ufficio politico del Comando provinciale della GNR, passando dal 9 febbraio a disposizione del «comando tedesco SS», ovvero della Gestapo.
Per ordine dello stesso comando risulta rilasciato dal carcere l'1 marzo 1945 insieme ad altri 9 detenuti. In realtà saranno condotti davanti al rudere della stazione periferica di San Ruffillo, dove saranno fucilati e sepolti sommariamente in uno dei crateri di bomba. L’eccidio sarà scoperto casualmente poco dopo la Liberazione.
Anche se la sua salma non fu oggetto di riconoscimento tra quelle portate al cimitero della Certosa provenienti dalle “fosse di San Ruffillo”, anch'egli fu con ogni probabilità tra le vittime di quella esecuzione, che fu solo la terza fra le sei avvenute in quel luogo tra il febbraio e il marzo 1945 ad opera di militi SS dell'Aussenkommando Bologna.
Dopo la sua cattura un battaglione della brigata «Santerno» ha portato il suo nome.
È stato riconosciuto partigiano con il grado di sottotenente dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dall’1 maggio 1944 all'1 marzo 1945.
Gli è stata conferita la medaglia di bronzo alla memoria con la seguente motivazione: «Comandante partigiano attivo e coraggioso, fu sempre tra i primi in molteplici rischiose azioni. Arrestato su delazione e sottoposto a tortura, sopportò stoicamente ogni sevizia opponendo ostinato silenzio ai suoi aguzzini la cui ferocia giunse a decretarne la morte e la dispersione della salma». Imola, 1° maggio 1944-Bologna 1° marzo 1945
La città di Imola gli ha intitolato una strada.
È ricordato nel Sacrario in piazza Nettuno a Bologna e nel monumento in piazza caduti di San Ruffillo.
- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia
- Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte
- Certificati di riconoscimento/seppellimento 1945 in archivio Certosa di Bologna
ALTRE FONTI:
- Andrea Ferrari, Paolo Nannetti, L’eccidio di San Ruffillo. Repressione nazifascista a Bologna nell’inverno 1944-45, Bologna 1988.