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EBREO DEPORTATO DA BOLOGNA

ZAMOJRE JOSEPH

Nato il 28 giugno 1921 a Greiz (Germania)
Residente a Taglio di Po (RO)
Arrestato il 13 marzo 1944 a Porto Tolle (ROVIGO)
Luoghi di detenzione: Lugo, carcere di Forlì, carcere di Bologna, campo di Fossoli
Deportato ad Auschwitz
È sopravvissuto alla Shoah

Familiari coinvolti: ZAMOJRE MARKUS
nessun numero assegnato

Zamojre Joseph Joel, da Markus e Eleonora Wiesenthal Ghefner, nato il 28 giugno 1921 a Greiz (Germania).

Sulla vita di Joseph Zamojre, deportato ma sopravvissuto, è disponibile una dettagliata biografia.

Il padre, di origine polacca si stabilì in Germania a Francoforte sul Meno, dove era proprietario di un negozio di pipe e tabacco. Joseph frequentò la scuola pubblica fino al 1935, in seguito una scuola ebraica. Il titolare dell'istituto aveva assunto insegnanti inglesi per far apprendere la lingua in caso di eventuale emigrazione. Gli studenti ricevevano un diploma dalla Cambridge Senior School, una scuola di preparazione all'Università di Cambridge.

Durante la notte dei cristalli nel novembre 1938 dei militi delle SA entrarono nella casa dei Zamojre compiendo atti di vandalismo e picchiando il padre Markus con un bastone. Alcuni giorni dopo, il 22 novembre, alcuni militi SS fermarono Joseph con degli amici, costringendolo a rotolarsi per terra. Tuttavia quando verificarono che aveva solo 17 anni lo lasciarono andare a casa.

La famiglia avrebbe voluto lasciare la Germania ma non aveva ottenuto un visto di emigrazione. Per un breve periodo Joseph  fece parte di un gruppo sionista che lo doveva preparare per una vita da agricoltore in Palestina.

Verso la fine del 1940 Zamojre padre e figlio seppero che era possibile emigrare illegalmente in Palestina dalla Yugoslavia. Lasciarono Francoforte  a metà del dicembre 1940 e attraversarono le Alpi. La madre Elinor, che non si sentiva in grado fisicamente di affrontare l'impresa, rimase indietro con l'intenzione di raggiungere il marito e il figlio più tardi. Dopo aver trovato difficoltà nel superare il confine, Joseph e Markus cercarono di raggiungere Zagabria per incontrare un gruppo che si stava preparando ad emigrare in Palestina. Non poterono però partire con loro, causa la mancanza di posti in nave.

Quando nell'aprile 1941 la Germania invase la la Yugoslavia dovettero rinunciare ai loro piani e raggiunsero Lubiana, nella zona occupata dagli italiani, insieme ad un gruppo di decine di giovani. Markus e altri adulti stavano a Lubiana e Joseph e i giovani in una fattoria non lontana. I rifugiati ricevettero supporto dalla DELASEM, l'associazione di assistenza agli ebrei in fuga.

Come i partigiani intensificarono la loro attività nella regione, gli italiani divennero più severi nei confronti dei rifugiati. Markus ricevette una lettera nel novembre 1941 che gli ordinava di portarsi a Rovigo, vicino Ferrara. Joseph lasciò gli amici per accompagnare il padre. Quando arrivarono in territorio italiano la polizia li registrò come internati nella località di Ficarolo (RO), assegnando loro un alloggio e buoni alimentari.

Per tutto questo tempo i due Zamojre riuscirono a scambiare qualche corrispondenza con Elinor, la quale riuscì a scrivere la sua ultima nel 1942, quando stava per essere deportata a Lodz.

Nell'inizio del 1943 la polizia li spostò a Taglio di Po (RO), che era non troppo lontano da Nonantola, la località dove il gruppo di giovani incontrato a Lubiana si era trasferito, e dove Joseph riuscì a far visita.

La vita di Joseph e Markus prese una svolta drammatica a seguito della capitolazione dell'Italia nel settembre 1943 e dell'occupazione tedesca. Essi riuscirono a nascondersi presso alcuni pescatori nella zona, ma furono scoperti.

Joseph è arrestato insieme al padre a Porto Tolle (RO) il 19 febbraio 1944 da tedeschi.

È detenuto prima a Lugo (RA), poi nel carcere di Forlì e in seguito a Bologna, dove entra a San Giovanni in Monte dal 13 marzo 1944, con matricola 9863, a disposizione del «comando tedesco SS».

Il 20 aprile è prelevato da agenti di PS per essere accompagnato, insieme al padre, al campo di concentramento e transito di Fossoli, da dove il 16 maggio 1944 sarà aggregato al convoglio in partenza per il campo di sterminio di Auschwitz, località che verrà raggiunta solo dopo otto giorni di viaggio.

All'arrivo, il 23 maggio 1944, Joseph è immatricolato, sul braccio sarà tattuato con le cifre A-5522. Insieme al padre sarà assegnato al "Kanada", il magazzino dove erano via via ammassati e selezionati i beni degli ebrei uccisi dopo l'arrivo. Ogni tanto un pacchetto di cibo trovato nei bagagli diventava prezioso come razione alimentare supplementare. Ciò nonostante il padre tentò di proseguire nell'osservanza delle pratiche kosher e delle festività religiose ebraiche. Nell'estate furono impiegati ai lavori di scavo della "peschiera", riuscendo a trovare nei dintorni qualche prodotto vegetale da mangiare.

A seguito della ribellione di un «sonderkommando» che riuscì a far esplodere uno dei crematori, i tedeschi decisero di trasferire altrove molti dei detenuti più giovani e in forze. Per la prima volta Joseph fu separato da suo padre: non lo rivide più.

Fu trasferito a Monowitz, il campo annesso alla fabbrica "Buna" in costruzione per la IG Farben. Ebbe un incidente quando una trave di legno gli cadde sul piede causando un infezione. Per fortuna un medico ebreo internato riuscì a curarlo, operandolo.

Il 18 gennaio 1945 fu messo nel gruppo che doveva lasciare Auschwitz a piedi con una "marcia della morte". Dopo due giorni il gruppo raggiunse Gliwice, dove Joseph vide da lontano le guardie che cominciavano a sparare sui prigionieri. Riuscì a scappare nella foresta, ricevendo più tardi qualche aiuto da contadini polacchi e iniziare un lungo viaggio che lo avrebbe condotto prima verso Cracovia, poi in Slovacchia, e inseguito attraverso Budapest e la Yugoslavia fino a raggiungere l'Italia, sempre con la speranza di incontrare di nuovo il padre. Prima di separarsi ad Auschwitz si erano promessi di ritrovarsi lì. Apprenderà in seguito che Markus era morto già nell'ottobre 1944.

Quando arrivò a Roma riuscì a contattare degli zii che erano emigrati in America prima della guerra. Loro si interessarono per la sua pratica di immigrazione e nel febbraio 1946 Joseph arrivò in nave a New York, dove il suo cognome divenne Zamora. Più tardi studiò chimica alla Columbia University e nell'agosto 1952 sposò Gisela Eckstein, una sopravvissuta ebrea tedesca, che era stata a Theresienstadt, Birkenau e Maerzdorf. Joseph non seppe mai cosa capitò alla madre Elinor, potendo solo supporre che fosse morta nel ghetto di Lodz.

Joseph Zamojre-Zamora è deceduto l'8 luglio 2001, lasciandoci questa straordinaria testimonianza, contenuta nel portale dell'EHRI, l'European Holocaust Research Infrastructure, al seguente indirizzo:

https://portal.ehri-project.eu/units/us-005578-irn521901-irn515328

(qui traduzione dall'inglese e adattamento dei curatori, integrata con i dati di altre fonti)


FONTI A STAMPA E ARCHIVISTICHE:

– Picciotto, Il libro della memoria, ad nomen

– Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte

FONTI DIGITALI:

– CDEC DIGITAL LIBRARY:

Scheda biografica e immagini di Zamojre Joseph.

http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-8401/zamojre-joseph.html

Transportliste del convoglio Fossoli - Auschwitz del 16 maggio 1944.

http://digital-library.cdec.it/cdec-web/storico/detail/IT-CDEC-ST0018-000126/34-transportliste-del-16-maggio-auschwitz-34.html

 

 


Rif: EBREO DEPORTATO DA BOLOGNA-1240



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