Onofri Gino, da Aldo e Anita Trovanelli, nato il 14 luglio 1903 a Mercato Saraceno (BO); residente a Bologna. Grado di istruzione: licenza elementare. Professione: operaio elettricista.
Il Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia riporta le seguenti note.
Iscritto al PRI e poi al PdA. Appartenente alla Chiesa Evangelica metodista di Bologna. Giovanissimo partecipò alle lotte democratiche contro il nascente fascismo e per sei volte fu bastonato. Per le gravissime lesioni riportate nelle ultime aggressioni, restò a lungo tra la vita e la morte. Non essendo iscritto al PNF dovette subire lunghi anni di disoccupazione. Dopo l'8 settembre 1943, quando il PRI era incerto se partecipare o no alla Resistenza, aderì al PdA con numerosi altri militanti di quel partito, tra i quali Armando Quadri, Armando Tomesani e Luigi Zoboli. Militò nell'8a brigata GL Masia con funzione di intendente e partecipò a rischiose azioni belliche. La sua abitazione fu trasformata in una base della brigata e ad essa facevano capo i collegamenti con la direzione milanese del PdA. Fu tra gli organizzatori della seconda tipografia clandestina — la prima aveva funzionato nello scantinato di via d'Azeglio, 47 - che il PdA cercò di installare prima nell'ebanisteria Bega in via Mazzini e poi in via S. Petronio Vecchio, dove venne scoperta dai fascisti prima ancora di iniziare a stampare i giornali del partito. Nell'estate 1944, su incarico del partito, si arruolò nella CRI e, sotto la direzione del dottor Gennaro Ciaburri, organizzò una infermeria clandestina per i partigiani ammalati o feriti, all'interno dell'ospedale militare Marconi, allora sistemato nelle scuole elementari di via Laura Bassi.
A causa dell'opera di due infiltrati dalla Guardia Nazionale Repubbllicana è arrestato a Bologna il 4 settembre 1944 insieme ad altri 22 partigiani della sua brigata e incarcerato a San Giovanni in Monte dal 12 successivo, con matricola 11852.
Processato dal Tribunale Straordinario di Guerra il 19 settembre 1944 con il gruppo dirigente del Partito d'Azione, fu condannato a 6 anni di reclusione.
Passa poi a disposizione dell'Aussenkommando Bologna della Sipo-SD, che il 31 ottobre 1944 ne dispone l'internamento al campo di concentramento e transito di Bolzano, da dove il 20 novembre 1944 è deportato a Mauthausen.
All'arrivo nel lager austriaco, il 21 novembre, riceve la matricola 110350 ed è classificato con la categoria Schutz; mestiere dichiarato: elettrotecnico.
È quasi subito trasferito a Gusen II, dove risulta deceduto il 9 febbraio 1945.
Riconosciuto dall'apposita Commissione regionale partigiano con il grado di tenente, con ciclo operativo dal 9 settembre 1943 al 5 febbraio 1945.
Gli è stata conferita la medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: «Fin dall'inizio partecipava alla lotta di liberazione distinguendosi come organizzatore e quindi come valoroso comandante di formazione. Catturato e seviziato, mai venne meno alla sua fede. Deportato in Germania in campo di concentramento, svolgeva attiva opera di propaganda fra i compagni, ma scoperta la sua attività cospirativa, veniva barbaramente trucidato dal nemico».
Al suo nome è stata intitolata una strada di Bologna.
È ricordato nel Sacrario di piazza Nettuno a Bologna.
FONTI A STAMPA E ARCHIVISTICHE:
– Mantelli-Tranfaglia, Il libro dei deportati, vol. I, ad nomen
– Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia, ad nomen
– Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte
– ITS Digital Archive, Arolsen Archives:
1.1.26.1, 8104200. Registro dei prigionieri di Mauthausen.
https://collections.arolsen-archives.org/en/document/1280097
1.1.26.1, 2227006. Lista dei prigionieri in ingresso a Mauthausen il 24.6.1944.
https://collections.arolsen-archives.org/en/document/1320137
1.1.26.1, 8113000. Registro dei decessi a Gusen, 31.1.1945-1-3-1945.
https://collections.arolsen-archives.org/en/document/1291542