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DEPORTATO POLITICO

NARDI GIOVANNI

Nato il 3 febbraio 1907 a Castel San Pietro (BO)
Residente a Castel San Pietro (BO)
Arrestato il 24 novembre 1938
Luoghi di detenzione: carcere di Portolongone, carcere di Parma, campo di Fossoli
Deportato a Mauthausen
È sopravvissuto alla deportazione
nessun numero assegnato

Nardi Giovanni, da Cesare e Elvira Peggi, nato il 3 febbraio 1907 a Castel San Pietro (BO); li residente. Coniugato con un figlio. 4ª elementare. Calzolaio.

Schedato nel Casellario Politico Centrale tra il 1931 e il 1943.

Il Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia riporta le seguenti note.

Proveniente da una famiglia di socialisti, nel 1926 aderì al PCI. Nell'agosto e nell'ottobre dello stesso anno subì due fermi di polizia. Si dedicò alla attività di propaganda, alla diffusione della stampa clandestina e nel 1929 si impegnò per il «no» nel plebiscito fascista. Il 6 dicembre 1930 venne arrestato con altri compagni; prosciolto dal Tribunale speciale, gli furono inflitti, dalla Commissione provinciale di Bologna, 5 anni di confino ed inviato a Lipari (ME). Qui continuò l'attività politica e venne condannato, dalla pretura dell'isola, a 3 mesi di reclusione con la condizionale, per aver partecipato ad una agitazione contro le autorità fasciste che volevano imporre restrizioni ai confinati. Nel 1932, beneficiando dell'amnistia del decennale, rientrò a Castel S. Pietro Terme dove, agli inizi del 1933, ricostituì una cellula di partito. Svolse attività nella propaganda contro il nuovo plebiscito fascista del marzo 1934. Ospitò nella propria abitazione alcuni compagni ricercati dall'OVRA e organizzò l'ascolto di radio Barcellona durante la guerra di Spagna. Il 24 novembre 1938 venne arrestato e con sentenza istruttoria del 16/6/39 deferito al Tribunale speciale che, con sentenza del 25 luglio 1939, lo condannò a 13 anni di reclusione per ricostituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda sovversiva. Recluso nel carcere di Porto Azzurro (LI), fu trattenuto anche dopo il 25 luglio 1943.

Nell'aprile 1944 è trasferito nel carcere di Parma, da dove (probabilmente a seguito del bombardamento di quella struttura avvenuto il 13 maggio 1944) è trasferito al campo di concentramento e transito di Fossoli.

È aggregato al trasporto che il 21 giugno 1944 deporterà quasi 500 detenuti a Mauthausen, giungendovi il giorno 24. Nel lager austriaco è immatricolato con il numero 76470 e classificato con la categoria Schutz (detenuto per motivi di sicurezza, equivalente a detenuto politico), ricevendo il triangolo rosso; mestiere dichiarato: calzolaio.

Il 5 luglio 1944 è assegnato come Hilfsarbeiter (manovale) al sottocampo di Wiener Neustadt, dove si producevano parti dei razzi e pezzi di artiglieria navale leggera.

Liberato alla fine della guerra.

Riconosciuto partigiano nella 66a brigata Garibaldi «Jacchia» dalla apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dal 9 settembre 1943 alla Liberazione.


FONTI A STAMPA E ARCHIVISTICHE:

– Mantelli-Tranfaglia, Il libro dei deportati, vol. I, ad nomen

– D'Amico, Sulla strada per il Reich

– CIDRA, archivio ANED Imola

– Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia, ad nomen

– Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte

FONTI DIGITALI:

– ITS Digital Archive, Arolsen Archives:

1.1.26.3, 01012603 130.206. Documentazione personale a Mauthausen.

https://collections.arolsen-archives.org/en/archive/1-1-26-3_01012603-130-206

1.1.26.8, 01012608071. Schede personali a Mauthausen.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/130136804

1.1.26.1, 8103400. Registro dei prigionieri di Mauthausen)

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/1278924

1.1.26.1, 2227003. Lista dei prigionieri in ingresso a Mauthausen il 24.6.1944)

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/1319574

Guida alla lettura della documentazione in Arolsen Archives

Rif: DEPORTATO POLITICO-2208



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