Biondi Adriano, «Stefano», da Gino e Stellina Tampieri, nato il 18 marzo 1925 a Dozza Imolese (BO); residente a Bologna. 1a istituto tecnico. Impiegato.
Entrò nella 7a brigata Garibaldi GAP «Gianni» insieme ad Antonio Grandi, partecipando con lui alla battaglia di Porta Lame.
Rimane coinvolto nel rastrellamento che, nei primi giorni del febbraio 1945, porta all’arresto di diversi partigiani abitanti nella zona del Pontevecchio. È detenuto dapprima nelle celle ricavate nei locali della Facoltà di Ingegneria, dove aveva sede l'Ufficio politico investigativo della GNR, per essere interrogato e torturato.
È quindi incarcerato a San Giovanni in Monte dal 10 febbraio 1945, con matricola 13220, a disposizione prima dell’Ufficio politico della GNR, poi dal 17 febbraio del «comando tedesco SS», ovvero della Sipo-SD dell'Aussenkommando Bologna.
Per ordine dello stesso comando risulta rilasciato dal carcere l'1 marzo 1945 insieme ad altri 9 detenuti. Condotti davanti al rudere della stazione periferica di San Ruffillo, saranno fucilati e sepolti sommariamente in alcuni crateri di bomba. L’eccidio sarà scoperto casualmente poco dopo la Liberazione e anche la sua salma sarà riconosciuta tra quelle portate al cimitero della Certosa di Bologna provenienti dalle “fosse di San Ruffillo”, dove in 6 date tra il febbraio e il marzo furono 94 i detenuti del carcere cittadino uccisi segretamente da militi SS
È stato riconosciuto partigiano dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dal 17 settembre 1943 all'1 marzo 1945.
È ricordato nel Sacrario in piazza Nettuno a Bologna e nel monumento in piazza caduti di San Ruffillo.
- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia
- Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte
- Certificati di riconoscimento/seppellimento 1945 in archivio Certosa di Bologna
ALTRE FONTI:
- Andrea Ferrari, Paolo Nannetti, L’eccidio di San Ruffillo. Repressione nazifascista a Bologna nell’inverno 1944-45, Bologna 1988.