Bartolini Alfredo, da Pietro e Maria Emilia Meluzzi, nato il 23 ottobre 1916 a Imola (BO); lì residente. Operaio alla Cogne. Svolse servizio militare nel corpo degli Alpini a Gorizia.
Subisce un primo arresto da parte dei carabinieri di il 7 agosto 1943 Imola per detenzione abusiva di arma. Detenuto prima nel carcere mandamentale della Rocca di Imola, il 10 agosto è trasferito a San Giovanni in Monte (matricola 7571), a diposizione della Procura militare. Esce in libertà provvisoria il 17 settembre 1943.
È di nuovo arrestato a Imola il 17 dicembre 1943 insieme al fratello Romeo e detenuto nella Rocca in attesa di provvedimenti.
Mentre si trova detenuto, tre gappisti bolognesi uccidono il 26 gennaio 1944 in un agguato il federale Eugenio Facchini, riuscendo poi a fuggire. Immediatamente a scopo di rappresaglia sono scelti dieci antifascisti tra quelli già incarcerati a Bologna e Imola, che sono sottoposti ad un sommario giudizio da parte di un "tribunale speciale di guerra" costituito appositamente. Sono emesse condanne a morte carico di Alfredo e Romeo Bartolini, Ezio Cesarini, Alessandro Bianconcini, Cesare Budini, Francesco D'Agostino, Silvio Bonfigli, Zosimo Marinelli e Luigi Missoni (la cui pena fu poi commutata in 30 anni di prigione); Sante Contoli fu condannato a 30 anni di reclusione e più tardi deportato a Mauthausen.
Questa la motivazione ufficiale delle condanne: «Per avere dal 25 luglio 1943 in poi, in territorio del Comando militare regionale, con scritti e con parole, con particolari atteggiamenti consapevoli e volontarie omissioni e con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato in conseguenza l'atmosfera del disordine e della rivolta e determinato gli autori materiali dell'omicidio a compiere il delitto allo scopo di sopprimere nella persona del Caduto [il federale Facchini] il difensore della causa che si combatte per l'indipendenza e l'unità della patria».
Alfredo Bartolini, che risulta immatricolato a San Giovanni in Monte il 26 gennaio 1944 con la matricola 9284 a disposizione dell'Ufficio politico della Questura di Bologna, è scarcerato «per ritiro» nella stessa data per essere condotto alla fucilazione al Poligono di tiro cittadino il 27 gennaio 1944 con gli altri sette. Nel corso del trasferimento al luogo di esecuzione ci sarà un tentativo di fuga del gruppo dei condannati, nel corso del quale uno dei Bartolini riuscì a ferire ad una coscia il fascista Renato Tartarotti, che comandava la scorta.
Riconosciuto partigiano dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dal 9 settembre 1943 al 27 gennaio 1944.
Il suo nome e quello del fratello Romeo sono stati dati a una strada di Imola
- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia
- Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte