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DEPORTATO POLITICO

FRANCHINI CARLO

Nato il 13 giugno 1919 a Maranello (MO)
Residente a San Giovanni in Persiceto (BO)
Arrestato il 5 dicembre 1944 a San Giovanni in Persiceto (BO)
Luoghi di detenzione: carcere di Bologna, campo di Bolzano
Deportato a Mauthausen
È sopravvissuto alla deportazione

Familiari coinvolti: FRANCHINI ALBERTO FRANCHINI EMILIO
nessun numero assegnato

Franchini Carlo, da Guglielmo e Debora Vicini, nato il 13 giugno 1919 a Maranello (MO), domiciliato a San Giovanni in Persiceto (BO), in via Borgata Città n. 51. Licenza elementare. Coltivatore diretto. Sposato, padre di 2 figli. Prestò servizio militare nel genio dal febbraio 1940 all'8 settembre 1943 con il grado di caporale maggiore.

Militò nel battaglione Marzocchi della 63a brigata Garibaldi «Bolero» ed operò a San Giovanni in Persiceto.

È fermato una prima volta, ma subito rilasciato, il 3 dicembre 1944 nel corso del grande rastrellamento che in quei giorni investe la pianura tra San Giovanni in Persiceto, Amola, Anzola dell'Emilia. Successivamnte il giorno 5 viene fermato nel corso di un altro rastrellamento a Borgata Città di San Giovanni in Persiceto, quando un delatore viene portato dai tedeschi a riconoscere i partigiani che aveva frequantato.

Carlo ricorderà così quegli avvenimenti:

Venimmo a conoscenza che era iniziato un nuovo rastrellamento nella nostra zona e un repubblichino, tale Lambertini, venne da me chiedendo chi era e dov’era il partigiano “Giolitti”. Sapevo che si trattava di Rusticelli “il Biondo” ma risposi che non lo conoscevo. Il fascista non mi credette e minacciò di fucilarmi sul posto, ma io resistetti. Mi misero contro il muro della casa di fronte alla mia abitazione assieme a tutti quelli della Borgata Città, circa 40/50 persone, e il capitano delle SS mentre indicava ognuno di noi, chiedeva al Lambertini se era o meno un partigiano. Quelli non sospetti furono subito rilasciati mentre io e i miei due fratelli, Alberto ed Emilio, Serra Nello, Serra Guido, Vecchi Alfredo, Serra Mario, Ferranti Armando e sua moglie Saragato Caterina fummo legati e portati via presso la casa di Pulega. Qui ci presero il portafoglio e ci fecero passare di nuovo sotto un altro controllo effettuato dai due tedeschi, Fred e Hans, responsabili del rastrellamento di Amola di due giorni prima, perché riconoscessero i prigionieri. Riconobbero mio fratello con il quale erano stati “in base”. Ci portarono in camion alla base partigiana “Pultròn” di Anzola, dove uccisero il contadino e bruciarono la stalla. Venimmo trasferiti alla “Todt” e poi fummo incarcerati presso le prigioni di Persiceto dove ci hanno tenuto tre giorni senza mangiare e senza bere. Successivamente fummo trasferiti a Bologna al Comando SS di Villa Chiara dove ci hanno interrogato di nuovo. (da: Racconti di una comunità. Persicetani caduti nella Resistenza nel 60° della Liberazione, a cura di William Pedrini, San Giovanni in Persiceto, 2005, p.15)

Entra a San Giovanni in Monte il 9 dicembre 1944, a disposizione del «comando tedesco SS», registrato con matricola n. 12550 come proveniente da «camera di sicurezza», ovvero le celle del comando della Gestapo.

Il 22 dicembre 1944 è aggregato al trasporto di 100 detenuti verso il campo di concentramento e transito di Bolzano-Gries, dove rimarrà fino all'8 gennaio 1945, data di partenza del convoglio che deporterà a Mauthausen 501 internati, tra i quali 90 del gruppo proveniente da Bologna.

All'arrivo nel lager austriaco, l'11 gennaio 1945, riceve la matricola 115505 ed è classificato con la categoria Schutz; mestiere dichiarato: attrezzista.

Rimane in quarantena fino al 2 febbraio, poi è assegnato al sottocampo di Grein, dove circa 120 detenuti (tra cui parte dei bolognesi giunti l'11 gennaio) erano impiegati in lavori di costruzione di baracche e adattamento dei sotterranei del castello a scopi produttivi. Terminato il cantiere, il 20 febbraio è inviato al sottocampo di Gusen II, assegnato al «B.A. III» (Betriebs-Abteilung III), denominazione per le  linee di produzione aeronautiche per il caccia a reazione Me 262 della Messerschmitt, allestite nel sistema di gallerie scavate dai detenuti a St. Georgen, in codice «Bergkristall».

Liberato dal lager nel maggio 1945.

I fratelli Emilio e Alberto non riusciranno invece a tornare dal lager.

Riconosciuto partigiano dalla apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dall'1 settembre 1943 alla Liberazione.


FONTI A STAMPA E ARCHIVISTICHE:

– Mantelli-Tranfaglia, Il libro dei deportati, vol. I, ad nomen

– Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia, ad nomen

– Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte

FONTI DIGITALI:

– ITS Digital Archive, Arolsen Archives:

1.1.26.3, 01012603 054.183. Documentazione personale a Mauthausen.

https://collections.arolsen-archives.org/en/archive/1-1-26-3_01012603-054-183

1.1.26.8, 01012608024. Scheda personale a Mauthausen.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/130126674

1.1.26.1, 8104300. Registro dei prigionieri di Mauthausen.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/1280263

1.1.26.1, 2227007. Lista dei prigionieri in ingresso a Mauthausen l'1.1.1945.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/1320258

1.1.26.1, 1491000. Rapporti su modifiche prigionieri di Mauthausen - lista trasferimento a Grein, 2.2.1945.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/1310403

Guida alla lettura della documentazione in Arolsen Archives


Rif: DEPORTATO POLITICO-2113



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