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LAVORATORE COATTO

MONTI RAFFAELE

Nato il 4 giugno 1926 a Fontanelice (BO)
Residente a Castel del Rio (BO)
Catturato il 31 maggio 1944 a Castel del Rio (BO)
Luoghi di detenzione: carcere di Prato, Fossoli, Mauthausen
Luoghi di lavoro nel Reich: St. Valentin
È sopravvissuto
nessun numero assegnato

Monti Raffaele, di N. N., nato il 4 giugno 1926 a Fontanelice (BO); residente a Castel del Rio (BO).

È catturato, insieme ad alcune decine di giovani di Castel del Rio, nell'ambito di una operazione organizzata da tedeschi ed esponenti fascisti locali al fine di rastrellare gli uomini delle classi comprese tra il 1914 e il 1927. Un ordine del comando militare germanico datato 29 maggio 1944 a firma del podestà invitava a presentarsi il giorno 31 con i rispettivi documenti militari alla locale casa del fascio per chiarimenti, ma si trattava di un tranello. Una volta presentatisi gli uomini sono trattenuti con la forza nei locali, poi trasferiti al comando tedesco presso Palazzo Alidosi, da dove alle 4 del mattino dell'1 giugno in quarantasette sono inviati dentro quattro camion a Prato, per essere detenuti nel castello, dove già erano stati fatti affluire altri giovani catturati in operazioni analoghe avvenute quasi contemporaneamente in vari paesi dell'Appennino tosco-emiliano orientale.

Dopo inutili interventi di famigliari e sacerdoti, il 12 giugno sono trasferiti al campo di transito della polizia tedesca (Durchgangslager, o Dulag) di Fossoli di Carpi. Qui gli arrestati a Castel del Rio rimangono per un tempo variabile, la maggior parte per pochi giorni, altri fino alla fine di luglio, prima di essere messi in partenza per il Reich.

Raffaele Monti parte con il primo scaglione, destinato a Mauthausen, dove giunge il 24 giugno 1944. Nel lager austriaco tuttavia non sarà internato in via definitiva, come invece avviene per il grosso contingente di prigionieri politici con cui era partito dal campo emiliano. Riceve nella stessa data di arrivo il Vorlaeufiger Fremdenpass (il documento di identità per i lavoratori stranieri nel Reich) n. 17836X44, rilasciato dalla autorità di polizia di Linz/Donau, ed è inviato nella vicina St. Valentin, nel distretto di Amstetten, per essere utilizzato come lavoratore coatto nella fabbrica di carri armati Nibelungenwerk, insieme ad alcuni compaesani rastrellati con lui (Liliano Alpi, Natale Righini, Luigi Ferri, Domenico Palladini, Domenico Poggiali, Ezio Prantoni), con i quali è alloggiato nel Gemeinschaftslager I "Herzograd", dove in 15 baracche si trovavano lavoratori provenienti da 11 nazioni occupate (*).

Vi rimane fino all'inizio del maggio 1945, quando è liberato dall'arrivo delle truppe americane, e in seguito fino al 25 giugno in attesa della partenza per il rientro in Italia. Raggiungerà la propria famiglia il 30 dello stesso mese.

NOTE:

(*) In proposito vedi: Stefan Wolfinger, Das KZ-Außenlager St. Valentin (Mauthausen Studien), Bundesministerium für Inneres, Abt. IV/7, KZ-Gedenkstätte Mauthausen und Ralf Lechner, ottobre 2009, p. 37 e la testimonianza di Liliano Alpi (vedi sua scheda biografica in questo sito).


FONTI A STAMPA E ARCHIVISTICHE:

– Orazi, La deportazione nel Terzo Reich dall'archivio dell'Aned imolese

– CIDRA, archivio ANED Imola

– Lorenzo Raspanti, Castel del Rio 1944: storia di una deportazione in massa, in Pagine di vita e storia imolesi, Edizioni Cars, Imola 1990

Rif: LAVORATORE COATTO-3133



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