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DEPORTATO POLITICO

MASI GIOVANNI

Nato il 19 aprile 1925 a Granarolo dell'Emilia (BO)
Residente a Bologna (BO)
Arrestato il nell'agosto 1944 a Milano (MI)
Luoghi di detenzione: carcere di Milano, campo di Bolzano
Deportato a Dachau, Buchenwald
Non è sopravvissuto alla deportazione
nessun numero assegnato

Masi Giovanni, «Gianni», «Carlo», da Ernesto e Grandi Amalia. Nato il 19 aprile 1925 a Granarolo dell'Emilia (BO); residente a Bologna, in via Crociali n. 4. Celibe. Operaio meccanico.

Il Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia riporta le seguenti note.

Discendente da famiglia colonica antifascista, sull'esempio del fratello Giacomo, nel 1941 si iscrisse al PCI. Assunto all'officina ACMA nello stesso anno, con la qualifica di aggiustatore, divenne organizzatore sindacale e fondatore di una cellula comunista all'interno della fabbrica. I suoi compagni di lavoro lo elessero "fiduciario di fabbrica". Nel 1942 si trasferì alla Ducati di Borgo Panigale e qui intensificò la sua attività politica. Successivamente venne nominato responsabile del PCI per la zona Saffi (Bologna). Fu tra gli organizzatori delle proteste contro i sindacalisti fascisti e degli scioperi operai che si svolsero nella primavera 1943 e durante i "45 giorni" del governo Badoglio per rivendicare la pace. Dopo l'8 settembre 1943 fu tra i primi organizzatori del movimento partigiano. Nell'ottobre 1943 venne arrestato dentro la Ducati, e, benché torturato a sangue dalla polizia nazifascista, non lasciò trapelare alcunché della sua attività; fu rilasciato. Ai primi del dicembre 1943, per incarico del PCI, con altri 4 compagni, diede vita al Comitato sindacale clandestino per la provincia di Bologna, che nelle settimane e nei mesi successivi orientò l'attività dei comitati sindacali di fabbrica nell'azione contro l'elezione delle commissioni interne volute dai fascisti, fino agli scioperi dall'1 all'8 marzo 1944. A fine dicembre 1943, costituì i primi nuclei del FdG e divenne, poi, il responsabile provinciale dell'organizzazione patriottica giovanile. Per la positiva esperienza compiuta nel Bolognese, nell'aprile 1944, fu chiamato a Milano dove collaborò con Eugenio Curiel alla direzione nazionale del FdG.

Arrestato nel capoluogo lombardo nell'agosto 1944, è destinato a deportazione.

Giunge a Dachau il 9 ottobre 1944; primo numero di matricola 113425; classificato con la categoria Schutz. Mestiere dichiarato: meccanico.

Il 27 ottobre è trasferito in un trasporto di oltre 300 prigionieri (tra cui numerosi italiani) direttamente a Bad Gandersheim, in un sottocampo di Buchenwald, denominato Außenkommando Brunshausen, Apparatebau, Werk A, dove insieme ad altre centinaia di prigionieri provenienti anche da altri lager dovevano essere addetti alla produzione della fusoliera del caccia notturno He 219 per la Ernst Heinkel AG.

Qui è immatricolato con il n. 94558 e classificato con la categoria Politisch.

Con l'avvicinarsi del fronte, agli inizi dell'aprile 1945 le SS decidono di evacuare il campo organizzando una "marcia della morte" dei prigionieri, prima della quale però avviano una selezione di quelli inadatti alla marcia e di quelli malati che si trovavano in infermeria. Dopo le selezioni un gruppo di quaranta detenuti all'aba del 4 aprile è destinato ad esecuzione sommaria in un vicino boschetto, dove avverrà anche il seppellimento. Tra i fucilati anche Ugo Cambi (vedi biografia in questo sito). Gli altri prigionieri sono messi in marcia verso il massiccio dello Harz.

Giovanni Masi risulta deceduto a Clausthal-Zellerfeld il 6 aprile 1945. Secondo una fonte la sua morte avvenne per colpi di arma da fuoco in un bosco della zona, ucciso durante una marcia di trasferimento insieme ad altri 9 deportati italiani e francesi ai quali erano venute a mancare le forze. Secondo altra fonte il decesso sarebbe avvenuto nella prigione di Clausthal-Zellerfeld.

È stato riconosciuto partigiano dal 9 settembre 1943 al 6 aprile 1945.


FONTI A STAMPA E ARCHIVISTICHE:

– Mantelli-Tranfaglia, Il libro dei deportati, vol. I, ad nomen

– Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia, ad nomen

FONTI DIGITALI:

– ITS Digital Archive, Arolsen Archives:

1.1.6.2, 01010602 128.224. Documentazione personale a Dachau.

https://collections.arolsen-archives.org/en/archive/1-1-6-2_01010602-128-224

1.1.6.1, 805460017. Registri entrata a Dachau.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/130432480

1.1.6.1, 805812. Arrivi giornalieri a Dachau.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/9899437

1.1.6.7, 01010607 202. Documentazione personale a Dachau.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/10704661

1.1.6.12, 4317002. Documentazione su valori prigionieri di Dachau, 27.10.1944.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/128460773

1.1.6.12, 4317002. Documentazione su valori prigionieri di Dachau in trasf. a Buchenwald-Gandersheim, 30.10.1944.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/128460780

1.1.5.1, 8012580.Aggiornamento dati prigionieri Buchewald - arrivi  a Gandersheimda Dachau, documento del 18.11.1944.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/5283826

1.1.5.3, 01010503 001.326.020. Documentazione personale a Buchenwald.

https://collections.arolsen-archives.org/en/archive/1-1-5-3_01010503-001-326-020

5.3.3, 8018700. Marce della morte dei prigionieri di Buchenwald- campo di Gandersheim.

https://collections.arolsen-archives.org/en/document/82066718

Guida alla lettura della documentazione in Arolsen Archives

Rif: DEPORTATO POLITICO-2186



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