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FUCILATO AL POLIGONO

MARINELLI ZOSIMO

Nato il 23 aprile 1894 a Zocca (MO)
Arrestato il 27 dicembre 1943 a Monteombraro di Zocca (MO)
Luoghi di detenzione: carcere di Modena, carcere di Bologna
Fucilato il 27 gennaio 1944 al Poligono di tiro
nessun numero assegnato

Marinelli Zosimo, da Franco ed Elisabetta Chiappelli, nato il 23 aprile 1894 a Monteombraro di Zocca (MO); lì residnete. Coniugato con Fulvia Balugani, padre di quattro figli.

Proveniente da  una famiglia di forte tradizione religiosa, dopo la Prima Guerra Mondiale, nel corso della quale svolse incarichi nel Comando Supremo, si laureò in Ingegneria presso l’Università di Bologna. Assunse quindi la direzione di una miniera di zolfo in Sicilia, fino a quando a causa del suo rifiuto ad iscriversi al partito fascista, fu licenziato.

Tornò a Modena, continuando a manifestare in varie occasioni i suoi sentimenti antifascisti. Si impegnò anche nell’Azione cattolica.

Dopo l’8 settembre 1943 si collegò con il comitato clandestino di Bologna e con una formazione partigiana del Partito d’azione che operava nell’area di Zocca.

Nel novembre 1943 fu di nuovo oggetto delle attenzioni dei fascisti della zona, che il 27 di quel mese ebbero tuttavia la peggio durante una retata in cui anzichè il marinelli, riuscito a darsi alla macchia, fu catturato il sottotenente della GNR, Vincenzo Minelli, fucilato dai partigiani la notte stessa. Il giorno successivo i fascisti di Bologna e Modena organizzarono una spedizione punitiva per intracciare il camerata scomparso, nel corso della quale arrestarono venti abitanti di Montombraro, tra i quali la moglie e le tre figlie di Marinelli, di cui una tredicenne.

Zosimo Marinelli invece è catturato un mese più tardi, il 27 dicembre 1943, quando ritornato in paese per avere notizie dalla famiglia è oggetto di una delazione. È rinchiuso nel carcere di Sant'eufemia, a Modena, e successivamente a Bologna (non risulta però una sua immatricolazione a San Giovanni in Monte).

Si trova in cella quando il 26 gennaio 1944 tre gappisti bolognesi uccidonoo in agguato a Bologna il federale fascista cittadino Eugenio Facchini, riuscendo poi a fuggire. A scopo di rappresaglia sono scelti dieci antifascisti tra quelli già incarcerati a Bologna e Imola (e forse Modena quindi), che vengono sottoposti ad un sommario giudizio da parte di un "tribunale speciale di guerra" costituito appositamente, tra questi anche Zosimo Marinelli. Sono emesse condanne a morte carico suo, di Alfredo e Romeo Bartolini, Alessandro Bianconcini, Cesare Budini, Francesco D'Agostino, Silvio Benfigli, Ezio Cesarini e Luigi Missoni (la cui pena fu commutata in 30 anni di prigione); Sante Contoli fu condannato a 30 anni di reclusione.

La motivazione ufficiale delle condanne sarà la seguente: «Per avere dal 25 luglio 1943 in poi, in territorio del Comando militare regionale, con scritti e con parole, con particolari atteggiamenti consapevoli e volontarie omissioni e con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato in conseguenza l'atmosfera del disordine e della rivolta e determinato gli autori materiali dell'omicidio a compiere il delitto allo scopo di sopprimere nella persona del Caduto [il federale Facchini] il difensore della causa che si combatte per l'indipendenza e l'unità della patria».

Con gli altri sette destinati alla pena capitale Zosimo Marinelli è fucilato la mattina del 27 gennaio 1944 al Poligono di tiro di Bologna.

Questa la lettera scritta alla moglie dalla cella prima di essere condotto davanti al plotone di esecuzione (*):

"27-1-1944. Carissima moglie, il Tribunale ha pronunciato la mia sentenza di morte, ma sono tranquillo. [parte censurata] Fa che i miei figli siano onesti come fu quegli che ora se ne va a Dio. Ho perdonato e perdono tutti quelli che volontariamente o involontariamente hanno procurato a me questo estremo passo. Nessuno cerchi né pensi a vendetta, ma si pensi e si chieda a Dio la rassegnazione e la pace. Nel testamento è detto che desidero  di esser sepolto a M. Ombraro e vi esimo ora da questa formalità perché capisco le difficoltà che incontrereste. Lascio i miei oggetti in un fagotto e li terrete per mio ricordo. Le scarpe saranno per Gino che sempre ho ricordato e che abbraccio e bacio. Alfonsa, Tina e Fosca mi ricordino insieme a te nelle preghiere. Pensate che pure assente chiederò a Dio la vostra pace e il vostro bene che non può mancare. Ai parenti chiedete l’assistenza materiale che non vi mancherà mai. Ti abbraccio e ti bacio ed abbraccio  e bacio Tina, Alfonsa, Fosca, Gino con tutto l’affetto. Ai fratelli tutti e ai parenti tutti l’ultimo mio ricordo affettuoso e il mio grazie. Zosimo Marinelli".

Zosimo Marinelli è stato decorato con Medaglia d'oro al merito civile alla memoria, con la seguente motivazione: «Ingegnere di elevatissime qualità umane e civili, si prodigò con eroico coraggio contro l'oppressione fascista e partecipò attivamente alla Resistenza organizzando una formazione partigiana. Arrestato, fu barbaramente fucilato a Bologna, essendosi rifiutato di rivelare i nomi dei suoi compagni di lotta. Fulgido esempio di coerenza e di rigore morale fondato sui più alti valori cristiani e di umana solidarietà. Zocca, 11 dicembre 2009».

Al suo nome è stata intitolata una strada di Monteombraro e la biblioteca comunale di Zocca.

La moglie in seguito perderà anche tre fratelli nel corso dell'efferato eccidio di partigiani e di civili compiuto da una pattuglia fascista in località Boschi di Ciano, presso Zocca, il 18 luglio 1944.

NOTE:

(*) Lettera di Zosimo Marinelli, riprodotta nel sito Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della resistenza italiana (http://www.ultimelettere.it), con biografia a cura di Enrica Cavina.


FONTI PRINCIPALI:

- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia

- Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte

ALTRE FONTI:

- Rolando Balugani, Marinelli, apostolo della Resistenza, Ed. Sigem, Modena 2006

Rif: FUCILATO AL POLIGONO-4224



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