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1944

16 maggio 1944

Trasporto di detenuti politici dal carcere di Bologna a Fossoli
nessun numero assegnato

È il secondo importante trasferimento (su camion) di detenuti politici da Bologna al campo di Fossoli. Questi i nominativi su cui è stato trovato riscontro di effettivo arrivo nel campo, complessivamente 12 uomini e 1 donna:

ARBIZZANI ALFREDO, BALLETTI GIULIO, BARTOLAI don SANTE, BERNARDINI DARIO, BIAGINI PRIMO, DAL LAGO EMILIO, FINK EMIL, GUERRA DOMENICO, MONTINI GINO, RUTTOLI BRUNA, SCARABELLI GIORGIO, TASSINATI CORRADO, ZANARINI ANTONIO,

La maggior parte sarà destinata ad essere deportata a Mauthausen con il trasporto che partirà dalla stazione di Carpi il 21 giugno 1944. Biagini, Tassinati e Montini saranno invece tra le 67 vittime dell'eccidio del poligono di Cibeno il 12 luglio 1944. Sui seguenti nominativi di detenuti prelevati dal carcere con analoghe modalità non è stato possibile trovare alcun riscontro: Cattani Orlando, Fabbri Alma.

Su questo trasporto abbiamo a disposizione due testimonianze: quella di don Bartolai e quella di Giorgio Scarabelli.

Secondi il sacerdote, la partenza dal carcere bolognese avvenne di mattina:

"Mi domandavo con ansia quale sarebbe stata l’altra tappa del mio calvario. Fui meravigliato quando, dopo pochi chilometri di corsa, venni fatto fermare davanti alla casa penale di Castelfranco Emilia”. Ma nel pomeriggio, caricato in quel carcere anche don Giuseppe Elli, il suo viaggio riprende e dopo aver attraversata Modena, dove erano ancora evidenti i segni di un recente bombardamento, giunge a destinazione: “al tramonto era dentro il recinto del campo di Fossoli”. (Da: Don Sante Bartolai, Da Fossoli a Mauthausen. Memorie di un sacerdote nei campi di concentramento nazisti, Quaderni dell'Istituto Storico della resistenza in Modena e provincia, n.5, Modena 1966, p. 33-34)

Giogio Scarabelli (che dopo la quarantena a Mauthausen sarà utilizzato come lavoratore coatto a Wels) ricorda invece la paura che il camion partito dal carcere fosse destinato al poligono di tiro bolognese.

Una mattina verso le 10 (...) una guardia carceraria mi ordinò di preparare la mia roba perché sarei uscito: "In libertà?" chiesi abbastanza incredulo, ma la guardia seppe solo dirmi che dovevo andare fuori, non sapeva dove. Poco dopo, insieme ad una decina di detenuti, tra i quali alcuni fornaciai, salii sopra un camion che subito partì; imboccammo la via Emilia Ponente e quel fatto mi preoccupò alquanto, poiché sapevo che molte fucilazioni venivano eseguite al Tiro a segno, situato in una laterale della via Emilia Ponente; infine transitammo sul ponte stradale che scavalca il fiume Reno: tirai un sospiro di sollievo e dissi agli altri che per il momento l'avevamo scampata. Dopo l'abitato di Borgo Panigale, un repubblichino posto di guardia, insieme ad altri armati fino ai denti, a noi detenuti, ci disse che eravamo diretti a Fossoli (Modena) ov'era stato allestito un campo di concentramento. Non c'era da stare allegri, ma era sempre meglio che andare al Tiro a segno. (da: Giorgio Scarabelli, 25 anni di galera per antifascismo : dall'aula 4. del Tribunale speciale al lager di Mauthausen: tranche de vie di un militante comunista, Tip. moderna, Bologna 1982, p. 82)


 

Rif: 1944-19440516



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