Reimahg, Kahla (Turingia)
A Kahla circa 15.000 lavoratori provenienti da varie nazioni dell'Europa occupata erano utilizzati da un cartello industriale di 95 aziende raccolte sotto la sigla Reimahg (acronimo di REIch MArshall Hermann Goering) il cui compito era di sviluppare il progetto di costruzione del nuovo avveniristico caccia a reazione Me-262 sfruttando ed ampliando anche un reticolo di miniere di caolino che si trovavano sotto la collina del Walpersberg, già utilizzate per fornire materia prima alla produzione della rinomata porcellana locale.
A partire dall'aprile 1944 furono realizzati 40 tunnel, 7 capannoni, 4 grandi bunker in cemento armato e una pista di decollo di circa 1200 metri in cima alla collina del Walpersberg, da cui far partire gli aerei finiti.
Nell'autunno del 1944 il contingente di lavoratori italiani, sia civili che prigionieri di guerra, avrebbe raggiunto le circa 3200 persone (stima forzatamente approssimativa), secondo solo a quello russo.
Rastrellamenti di civili che in parte sarebbero stati destinati a Kahla avvennero già tra l’aprile e il maggio 1944 in provincia di Bergamo, in varie località dell’Appennino umbro-marchigiano, nell’Alta Valle del Tevere, nelle valli del Torinese.
Nel corso dell’estate grandi operazioni contro le “bande” (Wallenstein I, II, III) investirono l’Appennino emiliano, portando alla cattura di 7000 tra civili e partigiani, dei quali almeno 1350 sarebbero stati destinati a Kahla. Almeno altri 150 lavoratori vi arrivarono inoltre dopo ingaggi e rastrellamenti avvenuti nel Milanese.
Anche all’inizio di ottobre ulteriori rastrellamenti, a Castelnovo ne’ Monti, nell’Appennino reggiano, e tra la collina e la pianura del Bolognese e nell’Imolese, portarono alla cattura di altra numerosa manodopera coatta destinata ai cantieri e alle linee produttive del Reimahg, che vi sarebbe giunta attraverso il campo di smistamento del servizio del lavoro tedesco di Fossoli, il carcere di Peschiera, Innsbruck, Erfurt.
In considerazione della priorità strategica assegnata al progetto, le condizioni di vita e lavoro dei lavoratori e prigionieri impiegati a Kahla furono terribili, causando una mortalità altissima.
Tra le vittime complessivamente accertate, 991 (ma il dato è certamente parziale), gli italiani, con almeno 441 vittime, furono il gruppo nazionale con il più alto tasso di mortalità.
Da sottolineare come il gruppo dei rastrellati bolognesi inviato a Kahla - oltre 50, ma sicuramente furono ancora più numerosi - rifletta in pieno tale triste primato, con almeno 29 deceduti accertati. Vedi loro lista qui.
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IMMAGINI:
1) Mappa dei campi di lavoro del Reimahg, nell'area di Kahla. Al centro la collina del Walpersberg, sopra cui fu costruita la rampa di decollo per gli aerei destinati a voli di prova. La mappa è tratta da una pubblicazione del 1964 di Albert Horst Lange in copia in: Arolsen Archives, 2.1.4.1, 2058000, https://collections.arolsen-archives.org/en/document/70961393
2) Aerei Me 262 trovati dagli alleati ancora in costruzione nelle gallerie del complesso Reimahg
FONTI E ULTERIORI APPROFONDIMENTI:
Massimiliano Tenconi, Destinazione Reimahg, in: Studi e ricerche di storia contemporanea, anno 2007, fascicolo 67, pagg. 5 e sgg., consultabile al seguente indirizzo: http://www.isrecbg.it/web/wp-content/uploads/2014/04/Tenconi_n.67.pdf. Il saggio riporta anche numerose testimonianze di sopravissuti.
Scheda su Kahla nella mostra on line Tante braccia per il Reich (realizzata a cura di ANRP - Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, con il contributo della Ambasciata della Repubblica Federale di Germania, Roma): https://tantebracciaperilreich.eu/kahla/
Sito della associazione per la memoria del Walpersberg e del Reihmag: https://walpersberg.com/

