Bartolini Renato, da Augusto e Pia Schiavina, nato il 24 luglio 1927 a Bologna; lì residente. Licenza elementare. Colono.
Militò a Bologna nel battaglione «Ciro» della 1a brigata Garibaldi «Irma Bandiera» con funzione di comandante di plotone.
Con altri compagni entrò in azione la sera del 27 ottobre 1944 nel quartiere di Corticella (Bologna) per liberare del bestiame requisito dai tedeschi, che fu poi ricoverato in una casa colonica in zona Arcoveggio.
Il giorno successivo Franco Albertini, responsabile di zona del Fronte della Gioventù, con altri giovani partigiani tenta di disarmare un soldato tedesco in via delle Fonti – sempre nel rione Corticella – ma il soldato reagisce e prima di essere ucciso riesce a colpire a morte il partigiano.
Sempre il 28 ottobre una pattuglia tedesca intanto riesce a individuare la casa colonica in cui era stato nascosto il bestime liberato la sera precedente, sorprendendovi un gruppo di partigiani, fra i quali Adolfo e Mauro Pizzoli, Luciano Tura, Renato Bartolini, Valentino Zuppiroli. Alcuni di loro riescono a nascondersi nel solaio, gli altri sono messi al muro, ma in seguito due di essi riescono a fuggire. Rimangono così in mano tedesca Mauro Pizzoli, Renato Bartolini e Valentino Zuppiroli, che sono condotti in un comando tedesco nella vicina via Sant’Anna (oggi sede dell’Istituto di istruzione superiore Arrigo Serpieri - via Vittorio Peglion) per essere interrogati e torturati fino a sera.
Nella notte tra il 28 e il 29 ottobre 1944 i tre partigiani sono condotti in via delle Fonti, sul luogo in cui era stato ucciso il soldato tedesco, e impiccati al palo dell’elettrificazione tranviaria. Una sentinella viene messa a guardia dei corpi.
La mattina successiva la casa colonica in cui erano stati trovati viene data alle fiamme. Intanto le madri dei tre ragazzi sfidando la sentinella riescono e liberare dal cappio le salme dei figli e portarle con sé.
L'episodio fu riferito in un volantino pubblicato dai Gruppi Difesa della Donna di Bologna e provincia il 12 gennaio 1945.
È stato riconosciuto partigiano dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dall'1 agosto 1944 al 29 ottobre 1944.
È sepolto nel Monumento Ossario ai Caduti Partigiani della Certosa di Bologna ed è ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.
- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia
- Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia
ALTRE FONTI:
- Luciano Bergonzini, Luigi Arbizzani, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, vol. V [Testimonianza di Adolfo Pizzoli], Istituto per la storia
di Bologna, Bologna, 1980, pp. 993
- Severino Maccaferri, Quattro partigiani e un monumento, Tipografia Moderna, Bologna, 1996