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LAVORATORE COATTO

SCARABELLI GIORGIO

Nato il 2 marzo 1912 a Anzola dell'Emilia (BO)
Residente a Bologna (BO)
Arrestato il 23 aprile 1944 a Bologna (BO)
Luoghi di detenzione: carcere di Bologna, Fossoli, Mauthausen
Luoghi di lavoro nel Reich: Wels
È sopravvissuto
nessun numero assegnato

Scarabelli Giorgio, «Vincenzo», da Alberto e Ersilia Canè, nato il 2 marzo 1912 ad Anzola dell'Emilia (BO); residente a Bologna. Licenza elementare. Mezzadro, poi operaio marmista.

Schedato nel Casellario Politico Centrale come comunista tra il 1931 e il 1942.

Il Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia riporta le seguenti note.

Componente di una famiglia di mezzadri che, nel 1924, fu sfrattata per rappresaglia padronale dal fondo che conduceva in Argelato, dovette - come gli altri componenti del nucleo famigliare - ricercare una nuova occupazione. Fu assunto da un artigiano marmista. Proveniente da un ceppo socialista, nel 1927 iniziò a partecipare allʼattività dei comunisti di Calderara di Reno fungendo da staffetta. Nel 1928 venne incaricato di dare vita a gruppi di giovani comunisti e nel 1929 divenne responsabile provinciale della FGCI. Si adoperò per creare cellule di giovani antifascisti nelle principali fabbriche di Bologna; lavorò alla pubblicazione e alla diffusione di “Avanguardia comunista” e fu tra gli organizzatori delle manifestazioni indette nel 1930, in occasione del 1° Maggio e della giornata mondiale della pace del 1” agosto. In seguito alla dimostrazione organizzata per il XIII anniversario della Rivoluzione dʼOttobre, il 7 novembre 1930, fu arrestato, con altre centinaia di giovani, 63 dei quali furono poi deferiti al Tribunale speciale. Quale responsabile della FGCI fu condannato, il 23 settembre 1931, a 7 anni e 5 giorni di detenzione, 3 anni di libertà vigilata ed espulso a vita dallʼesercito quale elemento pericoloso. Incarcerato a Lucca, venne liberato il 16 novembre 1932 in seguito allʼamnistia del decennale. Pur restando sottoposto a libertà vigilata, si occupò dellʼattività antifascista «legale» nei sindacati fascisti e nei GUF ed organizzò sottoscrizioni per la Spagna repubblicana. Arrestato di nuovo e deferito al Tribunale speciale nel novembre 1937, con sentenza del 22 novembre 1938 fu condannato a 18 anni di reclusione per «costituzione del PCI, appartenenza allo stesso e propaganda». Incarcerato a Fossano (CN), Civitavecchia (Roma) e S. Gimignano (SI), venne liberato il 16 agosto 1943. Ritornato a Bologna, fu assunto come operaio alla Ducati ed eletto segretario della Commissione interna costituitasi subito dopo. Entrato nella clandestinità dopo l'8 settembre 1943, partecipò alla organizzazione di alcuni gruppi di partigiani che costituirono poi la 7a brigata GAP Gianni Garibaldi e contemporaneamente si occupò del coordinamento della lotta di massa. Ebbe parte direzionale nella preparazione e nellʼattuazione dello sciopero dell'1 marzo 1944 e specie dei tranvieri.

È arrestato da tedeschi il 23 aprile 1944 e incarcerato a San Giovanni in Monte, con matricola 10473, a disposizione del «comando tedesco SS», ovvero della Sipo-SD.

Il 16 maggio 1944 è prelevato con un gruppo di prigionieri politici e trasferito al campo di transito di Fossoli, dove resta fino all'allestimento del grande trasporto di oltre cinquecento detenuti che partito il 21 giugno giungerà a Mauthausen il 24 successivo.

Nel lager austriaco è nel gruppo che non riceverà una immatricolazione e più tardi, in settembre, sarà tra selezionato con altri 4 per essere utilizzato come lavoratore coatto all'esterno del campo, in una impresa edile a Wels, dove alloggerà nel Wiesenlager.

Nell'aprile 1945 ha l'occasione di poter tornare in Italia in treno; raggiungerà Milano dove il giorno 25 parteciperà all'insurrezione generale insieme agli operai della Breda e alle forze antifasciste di Sesto San Giovanni.

Riconosciuto partigiano dall'apposita Commissione regionale, con il grado di maggiore, con ciclo operativo dall'11 settembre 1943 al 25 aprile 1945.

Una sua testimonianza è stata pubblicata in: Luciano Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, Bologna, ISB 1970, vol. III, pp. 143-152

È autore di: Giorgio Scarabelli, 25 anni di galera per antifascismo. Dallʼaula IV del «tribunale speciale» al lager di Mauthausen, tranche de vie di un militante comunista, Bologna, 1982.


FONTI A STAMPA E ARCHIVISTICHE:

– Archivio ANED Bologna, pratiche vitalizio

– Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte

– Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia

Rif: LAVORATORE COATTO-3174



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