BACK
FUCILATO A SAN RUFFILLO

PADOA LEONE MAURIZIO

Nato l'8 aprile 1881 a Bologna (BO)
Residente a Bologna (BO)
Arrestato il 20 marzo 1945 a Bologna (BO)
Luoghi di detenzione: carcere di Bologna
Fucilato il 21 marzo 1945 a San Ruffillo
nessun numero assegnato

Padoa Leone Maurizio, di Felice e Ginevra Vivanti, nato l’8 Aprile 1881 a Bologna; lì residente, in via Bellombra n.18. Coniugato con Guezzi Zelma. Docente universitario di chimica.

Completò gli studi di chimica nell’Ateneo bolognese e iniziò la carriera accademica come assistente del Prof. Ciamician e, nel 1920 vinse la  cattedra di chimica generale presso l’Università di Messina. In seguito insegnò anche nelle università di Cagliari e di Parma. Nel 1924 fu trasferito alla cattedra di chimica industriale dell’Università di Bologna e fu direttore dell’istituto superiore di chimica industriale. Nel 1925 fu firmatario del Manifesto della cultura antifascista redatto da Benedetto Croce, su invito di Giovanni Amendola in risposta al manifesto presentato da Giovanni Gentile al congresso degli intellettuali del fascismo. Negli anni successivi fu vittima di una complessa vicenda politico-accademica-giudiziaria che lo portò al trasferimento d’ufficio a Modena dove insegnò per l’ultimo anno accademico 1937-38 prima della promulgazione delle leggi razziali, per effetto delle quali venne dispensato dal servizio. Presentò richiesta di “discriminazione” che però gli fu negata. Venne di conseguenza confermato nel suo status di professore universitario a riposo.

Rimasto in città e nascosto per un periodo presso i frati dell’Osservanza, in seguito ricevette assicurazioni dal comando SS di non essere in lista per l'arresto, in quanto coniuge di persona ariana e in età avanzata. Rimangono quindi oscure le modalità del suo arresto. Disse alla moglie che doveva presentarsi per un controllo documenti al comando SD, all'apparenza tranquillo; lei, non vedendolo tornare andò a cercarlo invano proprio al comando tedesco. Racconterà poi di aver visto un camion allontanarsi con alcuni prigionieri proprio mentre lei arrivava al comando, il 21 marzo. Le fu detto che il marito era stato trasferito a Verona, null'altro.

Nei registri del carcere si conferma l’arresto avvenuto il 20 marzo 1945, data dalla quale fu incarcerato a San Giovanni in Monte sotto l'autorità del «comado SS», quindi della Sipo-SD dell'Aussenkommando Bologna, con la matricola 13550.

Ed è per ordine dello stesso «comando SS» che risulta in uscita per «rilascio» il giorno successivo, 21 marzo 1945, insieme anche ad altri dieci detenuti delle SS le cui annotazioni in uscita risultano praticamente uguali a quelle di Padoa, ma tre dei quali saranno in seguito riconosciuti fra le vittime dell’eccidio di San Ruffillo. Questo elemento sembra suggerire anche per Padoa la possibilità di essere stato ucciso quel giorno, insieme ad essi. Dopo il ritrovamento delle "fosse di San Ruffillo" nessun famigliare però si recò a tentare un riconoscimento tra le salme fatte affluire al cimitero della Certosa.

Alcune fonti riportano tuttavia l'esistenza di una testimonianza, in verità non meglio riscontrata, che lo indicherebbe nei giorni successivi ancora in vita nel lager di Bolzano, da dove sarebbe poi stato prelevato il 29-30 aprile insieme ad altri ebrei per essere condotto verso il passo Mendola.

La possibilità di un trasporto verso Bolzano a partire da Bologna in quei giorni appare limitata  ma non impossibile. Proprio il giorno successivo un detenuto fra quelli rilasciati dalle SS dal carcere bolognese risulta registrato come trasferito a «carcere di Verona» (ultimo annotato per quella destinazione) per ordine tuttavia del «Tribunale militare tedesco 1012», non del comando SS. Perchè allora non apporre una indicazione di trasferimento anche per Padoa? Non si ha inoltre notizia di uccisioni di altri ebrei prelevati dal campo di Bolzano nei giorni attorno alla liberazione del campo. Mentre per contro l'uccisione dell'ebreo Leo Kocker a Sabbiuno di Paderno il 23 dicembre 1944 insieme ai partigiani prelevati dal carcere costituisce un significativo precedente.

Allo stato attuale delle conoscenze, l'ipotesi della sua uccisione a San Ruffillo il 21 marzo appare come la più probabile.

Il suo nome è ricordato a Bologna nella Lapide della Comunità Israelitica in via Mario Finzi tra quelli dei membri deportati senza ritorno.


FONTI PRINCIPALI:

- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia

- Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte

ALTRE FONTI:

- Andrea Ferrari, Paolo Nannetti, L’eccidio di San Ruffillo. Repressione nazifascista a Bologna nell’inverno 1944-45, Bologna 1988.

- Valerio Marchetti, Leone Maurizio Padoa, in Un ricordo ed un tributo al professor Maurizio Leone Padoa, Atti della Giornata della Memoria 27 Gennaio 2004, (a cura di) Alessandra Citti e Agostino Trombetti, Ed. CLUEB; Bologna 2004

- Lucio Pardo, Leone Maurizio Padoa, Un ricordo e una presenza, in Un ricordo ed un tributo al professor Maurizio Leone Padoa, Atti della Giornata della Memoria 27 Gennaio 2004, (a cura di) Alessandra Citti e Agostino Trombetti, Ed. CLUEB, Bologna 2004

FONTI E DOCUMENTI DIGITALI:

- scheda personale di Padoa Leone Maurizio in CDEC DIGITAL LIBRARY

- immagini di Padoa Leone Maurizio in CDEC DIGITAL LIBRARY

Rif: FUCILATO A SAN RUFFILLO-4181



Informativa sui Cookie | Cookie Policy