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FUCILATO AL POLIGONO

JUSSI CARLO

Nato il 5 settembre 1924 a Milano (MI)
Residente a San Lazzaro di Savena (BO)
Arrestato il 5 luglio 1944 a Bologna (BO)
Luoghi di detenzione: caserma di Bologna
Fucilato il 5 luglio 1944 al Poligono di tiro
nessun numero assegnato

Jussi Carlo, da Francesco e Giulia Parmeggiani, nato il 5 settembre 1924 a Milano; residente a San Lazzaro di Savena (BO). Studente universitario.

Militò nella 7a brigata Garibaldi GAP «Gianni».

Il 5 luglio un gruppo di gappisti, tra i quali Carlo Jussi, si apposta tra via Solferino e via Mirasole per attendere il passaggio del maresciallo dei carabinieri, ora GNR, Enrico Coco, ritenuto organizzatore di una rete spionistica contro la Resistenza. Il milite viene ucciso, secondo i piani che erano stati preparati dal gappista «Italiano», ma una pattuglia di militari republicchini che casualmente si trovava a passare nei paraggi, sentiti gli spari interviene e ne nasce un conflitto a fuoco in cui Jussi rimane ferito. I compagni vorrebbero aiutarlo a scappare con loro, ma lui rifiuta e decide di rimanere per coprire la fuga dei compagni, riuscendovi ma rimanendo senza munizioni e venendo alla fine catturato.

Secondo alcune fonti è passato per le armi poco dopo la cattura (*), secondo altre è invece catturato, detenuto dalla polizia tedesca, per essere fucilato dopo alcuni giorni, come risulterebbe ad esempio da un telegramma della GNR del 5 luglio (**):

«At ore 12.30 oggi opera ciclisti est stato ucciso primo aiutante Coco Enrico. Uno sparatore est stato arrestato da militi et tedeschi. Trattasi studente medicina Jussi Elio [sic]. Lo stesso est trattenuto S.D. germaniche. Firmato Ten. Col. Rosmino».

Notizia della uccisione di Enrico Coco e dello scontro a fuoco sarà data anche dal quotidiano “il Resto del Carlino” venerdi 7 luglio 1944:

«Le vittime del dovere. Un maresciallo della G.N.R. vigliaccamente assassinato. Commosse onoranze al caduto. Mercoledì, poco dopo le 12,30, alla cessazione dell'allarme, in via Mirasole si svolgeva, fulmineamente, un altro barbaro episodio di violenza fratricida. Due individui, appostatisi ad un angolo dell'angusta via, uccidevano, con alcuni colpi di rivoltella, il maresciallo maggiore della G.N.R. di Porta d'Azeglio, Enrico Coco, di anni 45, mentre stava rientrando in caserma. Colpito in varie parti del corpo, il sottufficiale decedeva sull'istante. Attratti dagli spari, alcuni militi colà di passaggio, si davano a inseguire gli assassini, riuscendo a raggiungerne uno. Costui veniva immeditamente sottoposto a perquisizione e trovato in possesso di due pistole e di una tessera di riconoscimento della Polizia ausiliaria. Si è poi potuto accertare che tale tessera era stata strappata a un agente della Polizia ausiliaria stessa, per opera di ignoti individui mascherati i quali con minacce di morte si erano fatti consegnare il documento. L'assassino è stato immediatamente passato per le armi (...)».

Notizia di una avvenuta fucilazione di Carlo Jussi e di altri partigiani, catturati in diverse circostanze e provenienti da vari luoghi, sarà data sempre da “il Resto del Carlino” il successivo 16 luglio, dal titolo «Energica azione contro i terroristi. Altri nove fuori legge fucilati per ordine del Comando germanico», dove di riportavano nove nominativi di partigiani (Pruni Ivo, Francesco Giorgi, Giuseppe Stanzani, Silvio Torri, Pietro Maleti, Versic Svonko - nome corretto forse Zvonco Versic, Carlo Jussi, Tommaso Azzo - in realtà Azzo Tomasi), che per ordine del «Comandante della Polizia di Sicurezza e delle S.D. in Italia, comando esterno Bologna» erano stati fucilati.

Carlo Jussi è stato riconosciuto partigiano dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dal 9 settembre 1943 al 5 luglio 1944.

Gli è stata conferita la medaglia d'oro al valore militare con la seguente motivazione: «Studente universitario abbandonava gli studi per arruolarsi volontario in una formazione partigiana e con essa partecipava ad imprese tanto audaci da sbigottire l'avversario. In compagnia di tre giovani Gappisti attaccava audacemente un gruppo di militari nazifascisti e dopo un'impari lotta cadeva ferito. Incitati i compagni ad allontanarsi li proteggeva col fuoco del suo mistra fino all'esaurimento delle munizioni. Catturato dagli avversari, dopo quindici giorni di martirii e di strazi che non valsero ad estorcergli alcuna rivelazione e fieramente resistendo alla lusinga di aver salva la vita, veniva fucilato. Magnifico esempio di coraggio e di generosa abnegazione. Bologna, 5 luglio 1944».

Al suo nome è stata intitolata una strada di Bologna e un a San Lazzaro di Savena.

NOTE:

(*) vedi ad esempio la stessa testimonianza di «Italiano» in: Renato Romagnoli, Gappista, dodici mesi nell Settima GAP "Gianni", Vangelista Editore, Milano 1974, p. 89

(**) ACS, Gnr, Archivio generale, busta 6, Guardia Nazionale Repubblicana - Comando Provinciale di Bologna


FONTI PRINCIPALI:

- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia

Rif: FUCILATO AL POLIGONO-4347



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