BACK
I TESTIMONI, LA MEMORIA
testimonianza di

Baroncini Nella - 4

Nata il 26 agosto 1925 a Bologna (BO)
Residente a Bologna (BO)
Arrestata il 24 febbraio 1944 a Bologna (BO)
Luoghi di detenzione: carcere di Bologna, Fossoli, Bolzano
Deportata a Ravensbrueck da Verona il 2 agosto 1944
È sopravvissuta

Vai alla scheda biografica di BARONCINI JOLE BARONCINI NELLA
nessun numero assegnato

BIGLIETTI-LETTERE DI JOLE BARONCINI ALLA SORELLA NELLA DALL’INFERMERIA DEL LAGER DI RAVENSBRUECK (senza data, periodo 15 febbraio - 4 marzo 1945). Da copie in Archivio ANED - Bologna.

1)

Cara Nella,

Hai ricevuto il fazzoletto? Ti piace? Come sono rimasta male ieri sera quando Ostenda mi ha detto che Lina è partita in trasporto! Me lo immaginavo, già da due sere l’aspettavo, ella era sempre così assidua e puntuale che non si poteva pensare altro che fosse partita. Povera Lina! Dice Ostenda che quando è partita piangeva, ti puoi immaginare che cosa ha passato per lasciarsi cadere le lacrime ella che non piange mai! Non mi so abituare all’idea di non vederla più la sera, non aspettavo che quel momento. E certamente sarà altrettanto per te e così anche per la mamma. Speriamo di rivederla presto e per sempre; sicuro, come per il passato staremo sempre insieme. Quanto sento di volervi bene ora che siamo così divise!

E tu come stai? Mi dicono che hai sempre febbre. Non sai da che cosa possa dipendere? Ho tanta voglia di vederti. Anche la mamma ho tanta voglia di vederla, ma tutto è inutile, si vede che il nostro destino era questo, dopo che abbiamo fatto tanto per restare assieme. Perché anche di noi che ne sarà? Pare che il nostro blocco (questo 10 del Revier) venga sgomberato a giorni e noi in trasporto. (Niente di preciso però ancora). La Lina è partita senza poterci salutare, questa volta toccherà a me, oppure a te o alla mamma. Povera mamma! E’ tanto tempo che non l’ho vista! Ho pregato Ostenda che la cerchi e che le dica che Lina è partita. Anche ella avrà aspettato queste sere! Se puoi rispondermi, ne avrò tanto piacere. Speriamo di rivederci presto e per sempre. E’ la fine?

Jole

2)

Carissima Nella,

Mi dice Ostenda che ti è ritornata febbre alta, speriamo non sia nulla di grave, sta’ in riguardo, è ormai tanto tempo che hai quella febbre e non so capire da cosa dipenda. Proprio si vede che non abbiamo fortuna, ci diamo continuamente il turno. Io sto bene, troppo bene per la fame che patisco. Appena arriva il pane me lo mangio tutto in una volta, cosa che non ho mai fatto, ma ora non resisto proprio! Tutte le notti mi sogno piatti di tagliatelle e maccheroni fumanti, e papa seduto a tavola che mangia tutto, poveretto, chissà che fame farà anche lui se la salute e la fortuna lo assiste! Sempre, sempre lo sogno! Quando finirà questa maledetta guerra, quando verrà quel giorno che ci troveremo alla nostra sgangherata tavola, ma ben apparecchiata di ogni ben di Dio? Vedere ancora papà là seduto con la sua tuta da lavoro, che alla domenica ci urtava tanto, mangiare i suoi due o tre piatti di minestra, vedere ancora la mamma sempre in piedi e pronta a farci trovare la pietanza subito dopo la minestra, perché noi sempre impazienti e sempre con buon appetito … Veramente se avremo fortuna di ritornare tutti, la mamma e papà non dovranno più lavorare no, noi siamo giovani, ci rimetteremo presto e lavoreremo, essi avranno tanto bisogno di riposo! Neppure in casa mamma dovrà più lavorare. Oh, se sapessi Nella quanto penso io a questo! Che soddisfazione fare per loro un po’ si sacrificio, dopo che loro hanno fatto tanto per noi! Spero non ti annoierò, in fondo la nostra famiglia (eccettuata qualche piccola baruffa) era ed è ancora molto unita e sono certa che anche tu come la Lina penserete tanto a queste cose. Ecco stanno arrivando le tagliatelle, un momento … Purtroppo, non erano tagliatelle, ma una mescola di rape amare che però ho fatto sparire in un momento. Sono le tre, non ho più pane, ho già mangiato la zuppa, ed ho più fame di prima. Fino a domani non si parla più di “essen” (mangiare). Pazienza: tutto finirà. Basta però che non finiamo prima noi! Già un anno e ancora passeremo la seconda Pasqua in prigione! E’ certo, e chissà se potremo almeno passare il Natale 1945 a casa! Pazienza pure! ...Ho approfittato della carta che gentilmente Ostenda mi ha portato per scriverti e questa sera approfitterò ancora di lei per consegnarle questo biglietto. Sarà ricompensata. Ciao Nella, guarisci presto e vieni a trovarmi, se non mi faranno uscire prima di te. Ora ne mandano molte in blocco anche di qua. Speriamo per il momento di non dividerci ancora. Baci

Jole

3)

Carissima Nella,

Sono molto spiacente ed in pensiero per te. Mi dicono che hai febbre alta, se si potesse almeno sapere da che cosa dipende. Riferisci qualcosa in merito a Ostenda, oppure se puoi scrivimi, ciò mi farà tanto piacere. Ella viene tutte le sere con Mirella e può benissimo portarmi tue notizie. Ho terminato il fazzolettino che come ti dissi dovevo fare anche per lei e ne ho già fatto un altro anche per Mirella. Così le ho accontentate tutte e due, e ciò sarà in compenso delle loro gentilezze, poi mi passo così il tempo che è tanto lungo! E della mamma non sai più niente? Come vorrei vederla e stare un po’ assieme a lei! Qui di trasporto non se ne parla più. Potessimo almeno restare insieme noi tre! Non avrai certo dimenticato che ieri 24 febbraio abbiamo compiuto l’anno di sventura. Certo un anno fa non eravamo messi meglio di adesso. E sempre mi dicono: notizie buone, presto finisce, ma siamo sempre qua, e per di più perseguitati dalla sventura, tutti ammalati e sempre divisi, non mi sembra neppure più di avere con me la famiglia. Quanta pazienza! Però ho fiducia, fiducia di rivedervi tutti nella nostra casetta, è questione di tempo! E il tuo morale è sempre così alto? Lo spero.

La mia salute è molto migliorata, non più febbre e grande appetito, però niente da mangiare. Oggi addirittura ci hanno dato da bere un brodo dolce senza nulla dentro. Pazienza! Ci rifaremo, no? Ti saluto e ti bacio tanto

Jole

Se hai bisogno di qualche cosa che io possa servirti mandalo a dire. Mi dicono che Lina e compagnia sono andate a stare bene. Lo speriamo! Sempre penso a lei come a papà.


Rif: I TESTIMONI, LA MEMORIA-2017



Informativa sui Cookie | Cookie Policy