Un primo quadro delle schede biografiche

Gli Imi bolognesi. Dati riassuntivi della prima rilevazione e prime riflessioni.

a cura di Fabrizio Tosi

Mentre nella serata dell’8 settembre 1943 il Maresciallo Pietro Badoglio annunciava la firma dell’armistizio con gli Alleati angloamericani, la Wermacht metteva subito in azione il piano "Achse", già predisposto tempo prima in vista di un possibile “tradimento” dell’alleato. La “sopresa” ci fu infatti per i comandi territoriali e di piazza, non certo per i tedeschi che, infatti, immediatamente arrestarono o comunque si impadronirono dei militari allo sbando, al di là dei momenti di resistenza, anche armata, che pure si verificarono in Italia, ma soprattutto nelle isole greche di Cefalonia e Corfù. Complessivamente vennero arrestati circa 800.000 militari italiani su vari fronti, di cui oltre 600.000 rifiutarono, in varie occasioni, l’adesione alla costituenda R.S.I., divenendo così per un brevissimo periodo “kriegsgefangene” prigionieri di guerra e, successivamente alla costituzione della R.S.I.,  I.M.I o internati militari italiani, figura giuridica non prevista dalle vigenti convenzioni di Ginevra, in quanto militari di una nazione di nuovo alleata (la R.S.I. appunto).

Secondo le ricerche di Rossella Ropa, nel libro Prigionieri del terzo Reich. Storia e memoria dei militari bolognesi internati nella Germania nazista (CLUEB, Bologna 2008), gli IMI bolognesi assommarono a circa 9.000. Di essi esamineremo un campione statisticamente significativo come numerosità, 2142, circa il 23,00%, ma non pienamente rappresentativo dell’universo Imi bolognesi, per altre caratteristiche.

La prima avvertenza da considerare è che il campione deriva quasi esclusivamente dalla documentazione contenuta negli archivi online di Bad Arolsen (ex ITS - International Tracing Service, sito web: https://arolsen-archives.org/en/) riscontrati con gli archivi online predisposti da ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, sito web: http://www.anrp.it), con rari innesti di documentazione proveniente da archivi di famiglia. Sono inoltre presenti documenti provenienti dal fondo Anei, conservato presso l'Istituto Parri di Bologna e da alcuni archivi comunali. I due archivi online spesso si sovrappongono (anche perchè spesso derivano dalle medesime fonti); in molte occasioni si completano in quanto nell’archivio di Bad Arolsen sono presenti molti documenti concernenti il lavoro, presenti solo in minima parte nell’archivio ANRP. In diverse occasioni i nominativi non sono presenti nell’archivio ANRP, particolarmente per gli Imi internati nei distretti militari di Koenigsberg e Danzica. Di converso l’archivio Anrp presenta molti nominativi non riscontrati nelle carte di Bad Arolsen, anche perché l’indicizzazione nominativa in detto archivio non è ancora completata. In sintesi sono presenti in questo campione prevalentemente internati di cui si conosca il campo di internamento o almeno il numero di matricola e che abbiano almeno un riferimento negli archivi di Bad Arolsen. Sono altresì presenti 603 nominativi di Imi riscontrati esclusivamente da documenti di imprese o da certificazioni di morte contenuti nell'Archivio di Bad Arolsen che riportatino espressamente la dicitura Imi, Entlassen Imi o Kriegsgefangenen.

La seconda avvertenza concerne il numero dei deceduti. In questo campione è presente un numero di deceduti pari a 479, il 22,36%. Con tutta evidenza siamo in presenza di una sovrrappresentazione molto elevata, dato che secondo le stime dello Schreiber e della Hammermann gli IMI deceduti nei campi, ammontavano al massimo al 5 o 6%. Ovviamente la documentazione dei deceduti è più ampia e abbondante per la presenza dei certificati di morte rilasciati dopo la guerra, ma anche per le informative che i comandanti dei campi trasmettevano all’OKW (Oberkommando der Wermacht). Le informazioni concernenti i deceduti sono spesso anche più complete, riportando i nominativi dei parenti, lo stato civile e la professione da civili.

La Terza avvertenza  riguarda una caratteristica tipologica del campione. Ovvero pare evidente una sottorappresentazione (vedi sotto) degli internati provenienti da Bologna città, rispetto a quelli provenienti dal resto della Provincia, circa 10 punti percentuali in mento. La differenza è talmente elevata che non può essere attribuita totalmente alla scarsa rappresentatività del campione.
Siamo in presenza, in un qualche modo, di una guerra fatta dai contadini, come già era stato per la prima guerra mondiale in larga misura? I dati per ora non sono sufficienti a confermarlo, e sarà interessante verificarlo in futuro su una base documentale più consistente.

Campione totale esaminato al 31/12/2022 = n. 2.142 nominativi

DATI GENERALI:

Classi d’età:

Prima del 1900

7

0,33

1900 – 1904

17

0,79

1905 – 1909

125

5,83

1910 – 1914

480

22,41

1915 – 1919

484

22,60

1920 – 1924

1.004

46,87

1925 – 1926

16

0,75

Senza data di nascita

9

0,42

Totale

2.142

100%


Le classi di leva rappresentano circa il 50% del campione

Area geografica di provenienza:

Pianura bolognese

757

35,34

Appennino e collina

565

26,38

Bologna città

529

24,70

Area imolese

278

12,97

Provincia di Bologna e fuori Provincia

11

0,51

Totale

2.142

100%

Nel Censimento 1936 la popolazione cittadina era pari al 36,14%. In questo campione c’è una evidente sottorappresentazione dei militari provenienti dalla città, in analogia con il dato delle professioni rilevate più sotto.

Stato civile: campione disponibile 496

Celibi

302

60,89

Coniugati

194

39,11

Totale

496

100%

Il dato pare coerente con la netta prevalenza delle classi di leva giovanili 1920/25 che rappresentano circa  il 50% degli internati rilevati.

 

Professione: campione disponibile: 581

Operai e salariati dell’industria ed edilizia

226

Braccianti, coloni, mezzadri, contadini in genere

247

Addetti a professioni e lavoratori  autonomi

37

Impiegati, insegnanti e professioni intellettuali

49

Studenti

22

Totale

581

Come si vede le professioni legate alla agricoltura e allevamento rappresentano il 42,51% degli internati rilevati; ma la definizione di “bauer” o “landarbaiter”, presenti entrambe nei documenti, sono assolutamente generiche e non permettono di capire quanti in realtà fossero braccianti, coloni e mezzadri, oppure piccoli proprietari.  Di converso i ceti medi urbani sono ben poco rappresentati, anche se impiegati e studenti e parte dei lavoratori autonomi risiedevano in città.

 

IL SERVIZIO MILITARE

Grado militare: campione disponibile 1281

Sono censiti 989 soldati di truppa, militi, carabinieri e assimilati; n. 221 graduati di tutte le Armi e n. 71 ufficiali. Da notare la scarsa presenza degli Ufficiali.

 

Corpo militare di appartenenza: campione disponibile 956

Fanteria

309

Aviazione

42

Marina militare e guardia costiera

17

Guardia alla frontiera G.A.F.

86

Artiglieria

168

M.V.S.N. (disciolta)

6

Genio

88

Carristi

7

Granatieri

11

Carabinieri, Polizia, Finanza

51

Alpini

24

Bersaglieri

20

Cavalleria

17

Autieri

60

Sanità

23

Sussistenza

8

Varie e non chiaramente attribuibili

19

Totale

956

LA CATTURA

Periodo di cattura: campione disponibile 829

Settembre 1943

805

Ottobre - dicembre 1943

4

Primo semestre 1944

20

Totale

829

Ben 442 militari sono stati catturati l’8 e il 9 settembre a dimostrazione della preparazione del Piano Achse, ma anche della grande confusione in cui monarchia, Governo Badoglio e i vertici militari lasciarono comandi e presidii in Italia, in Francia e nei Balcani.

Luoghi di cattura: campione disponibile 734

Francia

24

Albania

59

Montenegro

29

Grecia

146

Jugoslavia

195

Austria

1

Italia

275

Luogo non definibile

5

Totale

734

I luoghi di cattura sono pienamente coerenti con il dislocamento complessivo delle truppe italiane all’estero: infatti la ex Jugoslavia rappresenta 195presenze complessive, la Grecia, isole comprese, ben 146, 83 in complesso Albania e Montenegro. La presenza di molti internati catturati in Italia è anche legata al rilevante numero di militari impiegati nella Guardia alla frontiera, soprattutto nella zona di Tarvisio, in provincia di Bolzano e nel Friuli-Venezia Giulia.

Campo di Immatricolazione:

Non è superfluo specificare che il campo di immatricolazione è il primo campo di arrivo nella quasi totalità dei casi. I percorsi successivi con parecchi trasferimenti sono ben rappresentati, generalmente da est a ovest, ovvero dai distretti I di Koenigsberg e XX di Danzica verso i distretti centrali, in particolare il distretto IV di Dresda.

Sembra probabile, sulla base dei percorsi ricostruibili, che gli internati immatricolati nelle zone centrali della Germania o dell’Austria facessero spostamenti molto limitati, generalmente all’interno del distretto. Tipico esempio il passaggio dallo Stalag IVB di Muehlberg allo Stalag IVG di Oschatz, presente in numerosissimi casi, mentre Oschatz stesso non risulta mai, se non in un unico caso, campo di prima immatricolazione.

Lo stesso è riscontrabile per gli internati nel distretto VI di Muenster, dove dalla immatricolazione dallo Stalag VIC di Bathorn si passa spesso ai campi secondari di Fullen o Dorsten.

Prussia Orientale, ora Polonia e Russia

Distretto I Koenigsberg

112

Prussia Orientale, ora Polonia

Distretto XX Danzica

95

Polonia

Governatorato generale

67

Austria

Distretto XVII Vienna

121

 

Distretto XVIII Salisburgo

13

Grande Germania

Distretto II Stettino *

91

 

Distretto III Berlino *

126

 

Distretto IV Dresda

182

 

Distretto V Stoccarda

38

 

Distretto VI Muenster

161

 

Distretto VII Monaco

35

 

Distretto VIII Breslavia *

22

 

Distretto IX Kassel

53

 

Distretto X Amburgo

100

 

Distretto XI Hannover

139

 

Distretto XII Wiesbaden

47

 

Distretto XIII Norimberga

27

Totale I distretti * comprendono una parte di territorio ora in Polonia

 

1.399

Imi dei quali è noto solo il numero di matricola = 118

Imi senza indicazione di campo o numero di matricola = 625

Di questi internati si può ricavare il distretto di appartenenza, partendo dal luogo di lavoro assegnato, ma non il campo di prima immatricolazione che, non necessariamente, coincide con il campo vicino al luogo di lavoro assegnato. In particolare sono presenti ben 51 casi di assegnazione al Werkkreis di Amburgo quasi certamente attribuibili allo stalag XB di Sandbostel (meno probabilmente allo Stalag XA di Schwerin) in analogia a tante occorrenze in cui è noto il campo di assegnazione. Si tratta di un cospicuo gruppo di documenti aziendali che, rispondendo ad una apposita circolare in data 5 settembre 1944 emanata dal Kriegsgefangenen Abteilung di Amburgo, qualifica moltissimi lavoratori come I.M.I.. Alcune ditte hanno fornito anche il numero e il campo di immatricolazione, appunto il XB di Sandbostel)

Riassumendo solo i primi 10 campi

IVB Muhelberg, WK Dresda

139

XIB Fallingbostel, WK Hannover

125

VIC Bathorn, WK Muenster

84

XVIIB, Gneixendorf, Pupping, WK Vienna

73

XXA Thorn (Torun), WK Danzica

71

XB Sandbostel, WK Amburgo

80

IB Hohenstein, WK Koenigsberg

49

IA Stablack, WK Koenigsberg

52

IIIB Furstemberg, WK Berlino

35

IIIC Alt Drewitz, WK Berlino

34

I DECESSI

Settembre – dicembre 1943

20

Gennaio – maggio 1944

130

Giugno – dicembre 1944

176

Gennaio- dicembre 1945

150

1946

3

Totale deceduti

479

La divisione del 1944 in due parti è effettuata appositamente perché una delle statistiche più complete dei prigionieri, elaborata dal’OKW, in data 1/6/1944 conta 578.093 Imi.

Evidentemente, come dimostra il dato bolognese, rispetto al settembre 1943, parecchie migliaia di I.M.I dovevano già essere deceduti, al netto degli optanti per la R.S.I.

Inoltre, come detto sopra, con tutta evidenza la percentuale dei deceduti è sovradimensionata nel campione in quanto sono di più facile reperibilità negli Archivi, i documenti concernenti i decessi e le sepolture.

Cause di morte note:

Malattia

183

Bombardamento aereo e conseguenze

61

Fucilazione

9

Incidenti

6

Totale

259

Notevole il numero di decessi a seguito di bombardamento e le malattie legate alle pessime condizioni igieniche TBC in primis. Debolezza generale e problemi cardiaci stanno a testimoniare le condizioni di duro sfruttamento dei militari come lavoratori coatti, anche dopo la cosiddetta “civilizzazione".

IL LAVORO COATTO

Come è noto nel corso dell’estate del 1944, a seguito di un accordo tra Hitler e Mussolini, si decise di trasformare gli IMI in lavoratori civili, prima sulla base di adesioni volontarie, poi, constato il fallimento dell’adesione volontaria, si decise di procedere d’ufficio.

Civilizzazioni avvenute tra il 22 e il 31 agosto 1944

106

Tra il 1 e il 29 settembre

98

30 settembre 1944*

59

Civilizzazioni tardive

34

Totale

297

Significativo il dato delle civilizzazioni al 30 settembre 1944 perché sono tutte riferite, senza eccezioni, a quelle avvenute nei campi austriaci, particolarmente Gneixendorf e Pupping, nel distretto militare  di Vienna.

Come è noto gli Imi costituivano una potenziale fonte di mano d’opera semi gratuita per l’industria tedesca e ci sono schede di imprese che già da fine settembre 1943 hanno nel loro organico a disposizione gli internati militari italiani, secondo i piani di A. Speer e di F. Sauckel, plenipotenziario per la mano d’opera.

Coerentemente con quanto deciso dai sopracitati gli internati bolognesi vengono assegnati prioritariamente alle grandi imprese, alle miniere, al servizio ferroviario. Meno frequanti le assegnazioni a lavori agricoli, industria alimentare o altri servizi.

In 198 casi conosciamo genericamente solo il numero di Arbeitskommando. Mentre in oltre 800 casi circa conosciamo il luogo di lavoro o almeno la città nei cui registri gli internati erano rilevati.

Risultano assegnati al lavoro anche sottufficiali e tenenti. In solo due casi ci sono evidenze di ufficiali assegnati al lavoro.

Aziende in cui risultano le maggiori presenze:

Erla Werke, Lipsia – produzione di parti di aereo

25

Miniere di Saargruben, Renania Palatinato

24

M.A.N., Maschinen Augsburg Nurnberg - veicoli

16

F. Krupp, Essen – acciaierie

16

I.G. Farben, Ludwigshafen – chimica di base

16

D.K.K. Scharfenstein, impianti refrigeranti

11

 

Informativa sui Cookie | Cookie Policy