GIORGI FRANCESCO
Giorgi Francesco, da Geremia e Maria Montanari, nato il 3 ottobre 1895 a Pavullo nel Frignano (MO); lì residente nella frazione di Renno.
Iniziò presto a collaborare con il movimento partigiano e fu staffetta partigiana della brigata Comando della divisione «Modena montagna». La sua abitazione servì come base di operazioni e rifornimento.
È catturato il 31 maggio 1944 nella località appenninica di Renno di Pavullo nel Frignano (MO) da un reparto della Polizia militare segreta tedesca e detenuto nel carcere locale. Condotto successivamente a Bologna insieme ad alcuni altri arrestati (Giuseppe Stanzani, Silvio Torri e Adriana Tebaldi), è incarcerato a San Giovanni in Monte dal 4 giugno 1944, con matricola 10926, a disposizione del Tribunale militare tedesco, passando dal 10 giugno sotto competenza del «comando tedesco SS», ovvero della Sipo-SD.
Il 10 luglio 1944 risulta in uscita dal carcere «per rilascio» su ordine del «comando SS» e consegnato a «SS» con altri 5 detenuti (Armando Ghedini, Giuseppe Stanzani, Silvio Torri, Ivo Pruni, Pietro Maleti). Sarà fucilato in una rappresaglia decisa dal comando Sipo-SD, attuata con ogni probabilità al Poligono di tiro cittadino.
Notizia dell'esecuzione comparirà il 16 luglio successivo nella cronaca di Bologna del quotidiano "il Resto del Carlino" dal titolo «Energica azione contro i terroristi. Altri nove fuori legge fucilati per ordine del Comando germanico», dove si informava che per ordine del comandante della Sipo-SD dell'Aussenkommando Bologna erano stati fucilate 9 persone, inserendo nella lista anche altri tre partigiani (Carlo Jussi, Azzo Tomasi, Zvonco Versic), non prelevati da San Giovanni in Monte il carcere il 10 luglio, poichè detenuti altrove o uccisi in altra data e luogo (come nel caso di Jussi).
Nel testo del comunicato, i condannati erano genericamente definiti "terroristi comunisti" o appartenenti a gruppi comunisti; di Giorgi si arrivava a precisare che «ospitava banditi e manteneva per questi un magazzino di munizioni e di viveri, e per tale sua attività si faceva pagare».
Nel 1990 gli è stata conferita la Medaglia di bronzo al valor militare con la seguente motivazione: "Fervente patriota, aderiva con entusiasmo al movimento della resistenza distinguendosi ben presto per elevate doti di coraggio e grande abnegazione. La sua casa, isolata fra i boschi, era sicuro rifugio per quanti bisognevoli del suo aiuto e, in particolare, centro di raccolta e smistamento di notizie. Arrestato e tradotto alle carceri di Bologna, subiva ogni sorta di tortura perchè rivelasse nomi e notizie dell'organizzazione. Il 10 luglio 1944 affrontava da prode il plotone di esecuzione mantenendo un comportamento fiero e valoroso. - Bologna, 10 luglio 1944."
È stato riconosciuto partigiano dall'apposita commissione regionale, con ciclo operativo dal 15 ottobre 1943 al 10 luglio 1944.
È ricordato sul monumento ai Caduti della Resistenza di Pavullo nel Frignano.
- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia
- Elenco nominativo dei partigiani dell’Emilia-Romagna
- Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte