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FUCILATO AL POLIGONO

DRAGONI GIOVANNI

Nato il 21 ottobre 1897 ad Argenta (FE)
Residente a Argenta (FE)
Arrestato il 24 agosto 1944 a Argenta (FE)
Luoghi di detenzione: carcere di Bologna
Fucilato il 20 settembre 1944 al Poligono di tiro
nessun numero assegnato

Dragoni Giovanni, «Dino», da Pasquale e Rosaria Manzoni, nato il 21 ottobre 1897 ad Argenta (FE); lì residente. Bracciante.

Schedato nel Casellario Politico Centrale come comunista tra il 1929 e il 1942.

Antifascista, perseguitato politico, fu denunciato al tribunale speciale.

Fu tra i primi ad adoperarsi nella sua zona per organizzare le formazioni partigiane dopo l’8 settembre 1943.

Operò nell’Argentano come sottotenente nella 35a bis brigata Garibaldi «Mario Babini».

È arrestato ad Argenta il 24 agosto 1944, nel corso di una retata che portò alla cattura, in quei giorni, anche della figlia Clara e di altri resistenti ferraresi, tra i quali Cerere Bagnolati e Giovanni Magoni. Dopo pesanti interrogatori nei locali della Questura di Ferrara, è trasferito a Bologna, con la figlia e altri arrestati ferraresi, e incarcerato dall'8 settembre 1944 a San Giovanni in Monte, con matricola 10822, a disposizione del «comando tedesco SS», ovvero della Sipo-SD dell'Aussenkommando Bologna di via Santa Chiara 6/3.

I registri-matricola documentano il 20 settembre il suo rilascio insieme ad altri dieci detenuti: due sacerdoti, don Natale Monticelli e don Ildebrando Mezzetti, Alberto Caiumi e Rolando Zoboli, modenesi, i bolognesi Alberto Bugatti, Corrado Scardovi e Walter Stefani, i ferraresi Mario Contri e Giovanni Magoni, il pistoiese Marcello Biondi. Consegnati ad agenti del «comando tedesco SS», saranno condotti al Poligono di tiro e fucilati in una esecuzione decisa dal comando di polizia tedesco come rappresaglia per una serie di recenti azioni partigiane.

Sulla selezione che precedette l'esecuzione testimonierà Cerere Bagnolati (che verrà più tardi deportata insieme a Clara Dragoni), per errore immatricolata come uomo con il nome di Cesare e condotta nel cortile del carcere insieme a 19 detenuti, tra i quali Giovanni Dragoni, al cospetto di un ufficiale austriaco (potrebbe trattarsi di Karl Weissmann, di origine austriaca, da poco comandante della Sipo-SD del comando bolognese), che constato l'errore ne ordinò il rientro in cella, mentre gli 11 che rano stati scelti venivano inviati alla fucilazione (*).

Il 22 settembre 1944 nella cronaca di Bologna del quotidiano "Il Resto del Carlino" comparirà il seguente comunicato, senza alcun nome delle vittime.

«Contromisure della polizia germanica. Fucilazione di 11 sovversivi confessi di atti di terrorismo. Il Comandante della Polizia di sicurezza e del SD in italia, Comando esterno di Bologna, comunica: negli ultimi giorni, si sono verificate alcune proditorie aggressioni contro soldati germanici per opera di appartenenti a gruppi di comunisti e di partigiani, responsabili di parecchi assassinii. Quale contromisura, il 20 settembre sono stati fucilati undici individui sorpresi in flagranza di reato. Essi hanno confessato di aver partecipato ad atti terroristici e di sabotaggio».

Riconosciuto partigiano dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dall'8 settembre 1943 al 20 settembre 1944.

NOTE:

L'episodio è riferito in Intervista integrale a Cerere Bagnolati, in Alessandra Chiappano (a cura di), Essere donne nei lager, Giuntina ed., Firenze 2009, p. 256


FONTI PRINCIPALI:

- Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte

- Elenco nominativo dei partigiani dell’Emilia-Romagna

Rif: FUCILATO AL POLIGONO-4256



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