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INTERNATO A BOLZANO

MEZZETTI ROMOLO

Nato il 2 ottobre 1917 a Malalbergo (BO)
Residente a Bologna (BO)
Arrestato il 25 gennaio 1945 a Bologna (BO)
Luoghi di detenzione: carcere di Bologna, Verona
Internato a Bolzano (fucilato a Brentonico)
Non è sopravvissuto
nessun numero assegnato

Mezzetti Romolo, «Uragano», da Romeo e Maria Fabbri, nato il 2 ottobre 1917 a Malalbergo (BO), frazione di Altedo; residente a Bologna, in via Nosadella n. 40. Licenza elementare. Ferroviere.

Aderì alla Resistenza militando nella 1a brigata Garibaldi «Irma Bandiera» operando a Bologna con funzione di comandante di compagnia.

È arrestato il 25 gennaio 1945 a Bologna e condotto in carcere, per ordine dell’Ufficio politico della GNR, il 30 gennaio 1945, con matricola 13108, a disposizione del «comando tedesco SS».

È prelevato il 28 febbraio 1945 insieme ad un centinaio di detenuti per essere trasferito prima alle carceri tedesche di Verona (dove alcuni nel corso di un bombardamento riusciranno a fuggire), poi al campo di concentramento di Bolzano-Gries. Qui riceve la matricola 10518 ed è assegnato al Blocco D.

Alla fine di aprile, dopo la liberazione dal campo, secondo la testimonianza di Giuseppe Lambertini (*), iniziò il ritorno a Bologna insieme ad altri 7 ex compagni di prigionia. Giunto nei pressi di Rovereto decise, insieme ad Orazio Mignani, di percorrere la via del Monte Baldo per sfuggire alle truppe tedesche in ritirata nella valle. Giunti a Brentonico i due cercarono contatti con un eventuale CLN locale, ma furono catturati dalle SS Schindholzehen (del “Kampfgruppe Schintlholzer”, dal nome del comandante Alois Schintlholzer) ancora di stanza nel paese (**).

I due ex prigionieri emiliani, che si presentavano completamente rasati e ancora con le divise da prigionieri sulle quali portavano il triangolo rosso ed il numero di matricola che li identificava quali detenuti politici comunisti, furono prima sottoposti a lavoro di carico e spostamento di munizioni e bombe presso il Palazzo Eccheli Baisi, poi verso le ore 15 del 2 maggio 1945 furono uccisi da tre militari SS nei campi sottostanti l'edificio, in località campo Solvich. I loro corpi furono sbrigativamente sepolti dai tedeschi sul posto dell’esecuzione, in una fossa poco profonda fatta prima solcare in fretta a loro; qualcuno a Brentonico ricorderà in seguito come dal terreno fuoriuscissero le scarpe. I due cadaveri furono poi riesumati e ricomposti nel cimitero del paese il 6 maggio, con esequie molto partecipate dalla popolazione.

Il medico condotto di Brentonico, Giuseppe Genetti, che esaminò il cadavere la mattina del 5 maggio 1945, nella relativa relazione, riportò che la vittima presentava ferite da arma da taglio, escoriazioni provocate dal calcio dei fucili e che la causa ultima del decesso fu un colpo d’arma da fuoco al capo. Un dettagliato verbale fu redatto dal dal maresciallo dei carabinieri Giuseppe Ambrosini della Stazione di Brentonico. Alcuni mesi dopo le salme di Orazio e Romolo furono trasferite nelle loro terre di origine.

Romolo Mezzetti è stato riconosciuto partigiano dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dal 10 giugno 1944 alla Liberazione.

Nel dopoguerra, la Corte di Assise straordinaria di Trento aprì un procedimento giudiziario (Corte d’Appello Sezione di Trento, Sezione istruttoria della Corte d’Appello, busta 1946, 151-200, fasc. 191/46) a carico di due sottufficiali – un maresciallo e un sergente – ed un soldato delle SS, rimasti ignoti, colpevoli dell’uccisione di Orazio Mignani e Romolo Mezzetti. Altro processo a carico di “Ignoti militari tedeschi S.S.. Titolo del reato: Reato previsto art. 211 c.p.m.g. Parte lesa: MIGNANI ORAZIO e MEZZETTI ROMOLO. Ente denunziante: RR.CC. Bolzano. Tribunale di riferimento: Trasmessi atti al TMT di Verona con elenco 2C/3319 del 17/12/65. Data restituzione atti: con sentenza G.I. del TMT di Verona n. 122 del 28/05/68: Non doversi procedere a carico ignoti”. Orazio Mignani e Romolo Mezzetti sono inseriti negli atti 8 febbraio 2006, Camera Deputati – Senato della Repubblica, “Crimini nazifascisti”.

La tragica vicenda di Orazio Mignani e Romolo Mezzetti, che si configura quindi come un crimine di guerra, è sempre stata presente e viva nella memoria popolare e collettiva di Brentonico. A seguito di specifiche ricerche, si sono puntualmente ricostruite le storie personali dei due e le circostanze storiche complessive e, con risoluzione unanime (Delibera n. 3 del 14 febbraio 2013), il Consiglio Comunale di Brentonico ha deciso di ricordarli e commemorali in forma ufficiale e pubblica. Una targa alla memoria è stata apposta nel cortile di Palazzo Eccheli Baisi, a pochi metri dal luogo dell'eccidio, il 5 maggio 2013 (***)
È del 10 settembre 2013 una mozione congiunta dei Capigruppo Consiliari del Comune di Brentonico con cui si " invita e sollecita il Tribunale Militare di Verona per tramite della propria Procura ad attivare (riattivare) specifica procedura giudiziaria al fine dell’individuazione delle responsabilità materiali anche personali della morte di Orazio Mignani e Romolo Mezzetti barbaramente uccisi dalle SS a Brentonico (TN) il pomeriggio del 2 maggio 1945".

NOTE:

(*) Testimonianza Lambertini Giuseppe su "Resistenza Oggi", numero unico in occasione del 50° anniversario, a cura di ANPI Bologna, 1995.
(**) Alois Schintlholzer, ufficiale delle SS, fu protagonista di stragi e di crimini contro l’umanità. Nato il 18 dicembre 1914 a Hötting, sobborgo di Innsbruck, acquistò notorietà come pugile. Aderì al nazismo a 18 anni, nel 1933, entrò a far parte delle SS e nel 1937 fu per questo condannato a 5 mesi di carcere. Partecipò al pogrom antiebraico di Innsbruck nel Il 10 agosto 1943 assunse il comando delle operazioni militari di presidio della zona di Passo Resia in preparazione dell’occupazione dell’Italia da parte delle truppe germaniche. L’8 settembre, durante le operazioni di disarmo dei militari italiani, venne ucciso il brigadiere dei carabinieri Ottavio Monaco e il suo corpo fu gettato nel lago di Resia. Il 10 settembre Schintlholzer era già a Merano per controllare militarmente il territorio: in quei giorni ebbe luogo la caccia agli ebrei di Merano, che furono fatti prigionieri e deportati ad Auschwitz con il primo convoglio partito dall’Italia il 16 settembre 1943 diretto ai campi di concentramento e di sterminio. Nominato comandante della Scuola di guerra Alpina, che si era insediata a Predazzo nella caserma della Scuola della Guardia di Finanza , partecipò con i suoi reparti a rastrellamenti ed azioni antipartigiane. Nell’agosto del 1944 Il “Kampfgruppe Schintlholzer” partecipò alle stragi di Caviola e Gares nel Bellunese, con oltre 40 vittime civili. Nella marcia di ritorno dall’Altipiano di Brentonico verso la base di Predazzo, lo stesso reparto si rese protagonista delle ultime stragi a Stramentizzo e a Molina di Fiermme nei giorni 3 e 4 maggio 1945. Catturato dagli americani, ma poi lasciato libero, condannato due volte in contumacia dai Tribunali italiani. Dall’aprile 1961 al marzo 1962 subì la carcerazione preventiva, ma il processo venne abbandonato e ritornò libero: visse con il proprio nome a Bielefeld nella Repubblica Federale Tedesca e poi rientrò a Innsbruck. Morì e venne sepolto a Innsbruck nel 1989.
Su Schintlholzer e il suo reparto vedi: Lorenzo Gardumi, Maggio 1945 "a nemico che fugge ponti d'oro". La memoria popolare e le stragi di Ziano, Stramentizzo e Molina di Fiemme, Fondazione Museo storico del Trentino 2008
(***) In proposito: http://brentonicofutura.blogspot.it/2013/05/orazio-mignani-e-romolo-mezzetti.html. Anche: http://cittadinanzattivabrentonico.blogspot.it/2013/02/il-diradarsi-delloscurita.html

FOTO:

dall'alto: Reperti conservati nell’archivio della Fondazione Museo Storico del Trentino; Targa commemorativa a Brentonico.


FONTI A STAMPA E ARCHIVISTICHE:

– Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte

– Venegoni, Uomini, donne e bambini nel Lager di Bolzano, ad nomen

– Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia

– Goffredo Felicani, Il battaglione partigiano “Dino Gotti”, Bologna 2002. pp. 97-100

– Archivio Commissione Provinciale Patrioti di Trento, presso la Fondazione Museo Storico del Trentino. Pratiche n. 1732 MIGNANI ORAZIO e  n. 1733 MAZZETTI (recte: Mezzetti) ROMOLO.

Si ringrazia Giovanni Tomazzoni del Laboratorio di storia di Rovereto per la segnalazione della fonte e per la gentile collaborazione nell'aver reso disponibile la documentazione.

Rif: INTERNATO A BOLZANO-2396



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