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FUCILATO A SAN RUFFILLO

CERBAI GIOVANNI

Nato il 10 settembre 1912 a Camugnano (BO)
Residente a Castiglione dei Pepoli (BO)
Arrestato il 9 dicembre 1944 a Bologna (BO)
Luoghi di detenzione: carcere di Bologna
Fucilato il 10 febbraio 1945 a San Ruffillo

Familiari coinvolti: CERBAI VIRGILIO
nessun numero assegnato

Cerbai Giovanni, «Giannetto», da Andrea e Luigia Tonelli, nato il 10 Settembre 1912 a Camugnano (BO). Bracciante.

La famiglia Cerbai era emigrata in Francia dal 1928 a causa anche della persecuzione politica contro il capofamiglia, antifascista. Dopo un primo periodo in Corsica, si erano trasferiti nel 1938 ad Algrange, nel dipartimento della Mosella (che nel 1940 sarà annessa al Reich), in Lorena, zona già di forte immigrazione italiana, per cercare lavoro nelle miniere locali.

Mentre il fratello maggiore, Virgilio, resterà presso la famiglia e per la sua collaborazione con la Resistenza locale sarà arrestato e deportato a Natzweiler, Dachau e Mauthausen, dove morirà, Giovanni scelse di andare in Spagna nell'ottobre 1936 in difesa della Repubblica. Partecipò a numerosissi combattimenti ed ebbe il grado di sergente. Fu ferito il 16 giugno 1937 a Huesca. Dopo le cure  ritornò al fronte. Lasciò la Spagna il 7 febbraio 1939 ma venne internato in Francia nei campi di concentramento di  Saint Cyprien, di Gurs e di Vernet d'Ariège. Dopo l'occupazione tedesca della Francia fu tradotto in Italia e consegnato alla polizia fascista. Il 30 maggio 1941 fu condannato a 4 anni di confino e internato nell'isola di Ventotene (LT). Liberato nell'agosto 1943 tornò a Camugnano dove contribuì alla riorganizzazione del PCI e alla formazione di nuclei  partigiani.

Nell’estate del 1944 divenne Commissario politico della 62a brigata Garibaldi. In ottobre si spostò a Bologna con la sua brigata in previsione dell’insurrezione e partecipa alla battaglia di Porta Lame. Dopo il proclama Alexander, come tanti partigiani rimasti in città si trovò in difficoltà, anche per via delle numerose defezioni e delazioni.

Il 4 dicembre 1944 è arrestato presso il comando della 1a brigata «Irma Bandiera», in via Porta Nuova. Con lui furono catturati anche Italo Cazzola e Renato Pattuelli. Alcuni giorni dopo, il 9 dicembre del 1944 entra nel carcere di San Giovanni in Monte con la matricola 12567, su ordine della Questura, passando poi a disposizione del «comando tedesco SS», ovvero della Sipo-SD dell'Aussenkommando Bologna.

Il 10 febbraio 1945 è prelevato con altri 53 detenuti e consegnato ad agenti del comando di polizia tedesca per «essere tradotto altrove».

Ammanettati a coppie con del filo di ferro, saranno condotti in alcuni camion davanti al rudere della stazione periferica di San Ruffillo per essere fucilati e sepolti sommariamente in alcuni crateri di bomba. I compagni arrestati con lui seguiranno la stessa sorte.

L’eccidio sarà scoperto casualmente poco dopo la Liberazione e anche se la sua salma non potrà essere riconosciuta tra quelle portate al cimitero della Certosa provenienti dalle “fosse di San Ruffillo”, anch'egli fu con ogni probabilità tra le vittime di quella esecuzione, che fu solo la prima delle sei che avverranno in quel luogo tra il febbraio e il marzo 1945 ad opera dei militi SS.

È stato riconosciuto partigiano dall'apposita Commissione regionale, con ciclo operativo dall’1 ottobre 1943 al 10 febbraio 1945.

Gli è stata conferita la medaglia d'oro alla memoria con la seguente  motivazione: «Combattente di eccezionale entusiasmo e ardimento, entrato tra i primi nelle fila  partigiane, dava costante prova, in un lungo ciclo operativo, di coraggio, capacità e valore,  assumendo incarichi sempre più impegnativi e riuscendo a risolvere brillantemente difficili  situazioni operative. In occasione di un attacco in forze dell'avversario contro la brigata ai suoi  ordini, posti fuori combattimento quasi tutti i suoi uomini dopo furiosi scontri, continuava da solo,  con leggendario eroismo, a fare fuoco, eliminando i nemici che tentavano l'assalto e permettendo  così l'ordinato sganciamento dei superstiti e lo sgombero di tutti i feriti. Arrestato e sottoposto a  inumane sevizie, nulla rivelava che potesse tradire i suoi uomini e l'organizzazione partigiana, finché non veniva barbaramente trucidato dal nemico che ne occultava anche le spoglie. Nobile  esempio di fierezza e amor di Patria. Bologna, 8 settembre 1943-9 dicembre 1944».

È ricordato nel Sacrario in piazza Nettuno a Bologna.

Al suo nome sono state intitolate una strada di Camugnano e una di Bologna.


FONTI PRINCIPALI:

- Dizionario biografico degli Antifascisti di Bologna e provincia

- Registri matricola del carcere di San Giovanni in Monte

- Certificati di riconoscimento/seppellimento 1945 in archivio Certosa di Bologna

ALTRE FONTI:

- Andrea Ferrari, Paolo Nannetti, L’eccidio di San Ruffillo. Repressione nazifascista a Bologna nell’inverno 1944-45, Bologna 1988.

- Sull’attività di “Giannetto” nella 62a brigata Garibaldi vedi la testimonianza di Claudio Quarantini in (a cura di) Luciano Bergonzini, La resistenza a Bologna, vol III

- Sulla famiglia Cerbai e l'attività in Francia del fratello Virgilio esiste una testimonianza della sorella Umile Cerbai: "Le soldat allemand réclama une tasse de café", in: Alain Pelosato, Voies de la déportation. Témoignages sur le crimes contre l'humanité,  Editions Naturellement, Pantin 1995, pp. 61-68


Rif: FUCILATO A SAN RUFFILLO-4140



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