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1944

31 ottobre 1944

Trasporto di detenuti politici dal carcere di Bologna a Bolzano
nessun numero assegnato

Dopo quello del 25 settembre 1944, il trasporto successivo in direzione del campo di transito di Bolzano avverrà solo alla fine di ottobre. In quei giorni l’atmosfera a Bologna è ancora drammaticamente incerta, e mentre i comandi alleati stanno ormai decidendo l’interruzione dell’offensiva per rimandare a primavera lo sfondamento finale della Gotica, la popolazione del capoluogo e i partigiani che da tempo si preparavano all’insurrezione sperano ancora di vedere i tedeschi travolti, i quali a loro volta fino all’ultimo si preparano all’eventuale ultima difesa della città, per garantirsi il ritiro a nord del Pò.

Il trasferimento a Bolzano di una buona parte dei prigionieri politici presenti, sembra motivarsi anche in questo quadro. Da tempo del resto l’'esigenza di uno sfollamento generalizzato delle carceri emiliane è all’a ttenzione della amministrazione carceraria della RSI, e solo la penuria dei mezzi di trasporto ha fino a quel momento ostacolato ogni piano in proposito.

Le presenze complessive del carcere che alla fine di settembre erano ancora attorno alle duecento unità, verso fine ottobre sono già scese sotto alle centocinquanta, delle quali la detenzione più strettamente politica non arriva al 60%. L’'ultimo trasferimento messo in atto dal comando SS la ridurrà ulteriormente, portando il carcere l’1 novembre 1944 a complessivamente 100 presenze, delle quali la detenzione politica o quella sotto autorità tedesca rappresenteranno circa la metà.

Ancora “per "trasferimento altrove”" (annotazione che in alcuni casi va ad aggiungersi a quella “"per sfollamento"”), con ordine del comando SS, i registri del carcere documentano, in data 31 ottobre 1944, l’'uscita di almeno 25 uomini, e 3 donne, le quali sono invece rilasciate “per trasferimento in una sede del nord”; due annotazioni, ma una destinazione comune: il campo di Bolzano-Gries.

La lettura dei dati di questo trasferimento è però complicata dal fatto che in realtà si tratta di un trasferimento avvenuto a seguito del mancato esito di un altro tentativo di trasporto avvenuto alcuni giorni prima, il giorno 27, ma interrotto ad una certa distanza da Bologna a seguito di un attacco aereo sulla colonna in movimento, e nel corso del quale alcuni detenuti erano riusciti a fuggire.

Il nuovo trasferimento, che inizierà il 31 ottobre - e al quale saranno probabilmente aggiunti anche altri detenuti originariamente non compresi nel primo - prima di raggiungere Bolzano farà tappa a Verona.

Questi i nominativi riscontrati come effettivamente giunti al campo di Gries:

AMADEI GIULIO, BALBONI FERDINANDO, BARRAVECCHIO FRANCESCO, BONORA GIORGINA, CAMPORESI SERGIO, CANÈ GIANCARLO, CANOVA ORLANDO, CATTABRIGA PIERO, FORNI SERGIO, GARAVALDI GIULIO, MAGGIO ANTONIO, MARINO ANTONIO, MELLONI ENRICO, MENCHERINI UGO, MOCAI UGO, MOLINAZZI GIOVANNI, MONARI PEPPINO, ONOFRI GINO, PICCIOLI DEMETRIO, RAMAZZOTTI ANSELMO, ROGNONI CHIARINA, SABBADINI GIOSUÈ, LAFFRANCO GIORGIO, TERZI ARISTIDE, TRIDAPALI ELIDE,

Chi arriva a Bolzano da Bologna nei primi giorni del novembre 1944? Dalla sezione femminile del carcere bolognese già nel primo trasporto erano state prelevate, secondo la testimonianza di Ferdinando Balboni e Ugo Mocai (vedi schede relative), alcune prostitute; oltre ad esse, tre detenute per reati politici: Chiarina Rognoni, Giorgina Bonora, ed Elide Tridapali. Tutte e tre risultano assegnate al “blocco F” di Gries. Dalla sezione maschile invece risultano sicuramente prelevati, in data 31 ottobre, venticinque uomini. Innanzitutto i militanti del Partito d’Azione che erano stati processati in settembre dal Tribunale staordinario di guerra, ma condannati a lunghe pene carcerarie anziché essere fucilati: Giancarlo Cané, Orlando Canova, Sergio Forni, Gino Onofri, Anselmo Ramazzotti, Giosué Sabatini. Per tutti la destinazione finale sarà, dopo Bolzano, il lager di Mauthausen, che raggiungeranno con il trasporto del 20 novembre 1944.

A condividere quello che per molti sarà l’'ultimo viaggio ci saranno anche: Ugo Mencherini, Giorgio Laffranco Piero Cattabriga, arrestato, Antonio Marino. Altri rimarranno più a lungo a Bolzano ma solo per essere poi inviati al lager di Flossemburg, anziché di Mauthausen, che verrà raggiunto con il trasporto in partenza il 19 gennaio 1945 da Francesco Barravecchio, Giulio Garavaldi e da Alvaro Casali. Ci sarà inoltre chi, dopo il trasferimento da Bologna, rimarrà a Bolzano o in uno dei suoi campi satellite: Sergio Camporesi, che però vi morirà di stenti (fra l’'altro risulta già ricoverato all’ospedale S.Orsola fra il 14 e il 27 ottobre durante la carcerazione bolognese iniziata il 12 settembre); Ugo Mocai, Ferdinando Balboni, Giovanni Molinazzi e Demetrio Piccioli, Giulio Amadei, Aristide Terzi, Peppino Monari, Enrico Melloni, Antonio Maggio.

Anche in questo caso vi sono alcuni nominativi che le annotazioni di ciascuna scheda matricola suggerisce facciano parte del contingente trasferito quel giorno, ma di cui non è stato possibile trovare altri riscontri. Si tratta di Alberto Lanzini, mantovano, arrestato l’1 settembre, giudicato dal Tribunale straordinario di guerra nella stessa occasione, ma con accuse di diserzione, e Luigi Aceti, carcerato a Bologna dal 6 settembre insieme ad Antonio Marino.
 

Rif: 1944-19441031



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